Elusione fiscale, pro e contro
(aggiornato e pubblicato il 2 settembre 2006)
Due articoli dei blogger Siro e Monica, e l'ultimo di Monsoreau, mi hanno spinto a scrivere questo post sull'elusione fiscale, che avevo già in animo di scrivere dopo il 30 giugno a corollario del post su: "Solidarietà come alibi".
Il pezzo di Siro che mi ha colpito è quello relativo agli sprechi perpetrati dalla città di Cremona sotto le voci "Comitato per il mantenimento della pace e della giustizia" l'altro sotto la voce "Fiaccola della Libertà" e l'altro ancora intitolato al "Treno della Memoria".
Il pezzo di Monica, invece, si riferisce alla manovra da 30 miliardi di euro che il governo si appresta a varare e che, guarda caso, non sono dovuti a mancanze o incapacità del precedente governo Berlusconi, ma ad un maggior deficit di 30 miliardi di euro lasciato in eredità nel 2001 dal suo precedente governo Amato, abilmente camuffato, ma che Eurostat ha recentemente individuato e certificato.
Il pezzo di Monsoreau, invece, spinge a meditare seriamente sull'introduzione di uno sciopero fiscale di massa, come estremo rimedio.
Già quel 30 giugno fui indignato dall'affermazione di Prodi, riportata sul Corriere, che diceva: "evasione fiscale a livelli inaccettabili". Ape volle quasi correggermi parlando invece di elusione, mentre invece Prodi, in quell'articolo, aveva parlato proprio di evasione.
L'elusione fiscale è un'altra cosa: è il mezzo legale che hanno i cittadini di sottrarre quanto più è possibile, e ammesso dalla legge, alla voracità del fisco.
Alla luce degli sprechi, come quelli citati da Siro, chi non è portato o invogliato a cercare i mezzi legali per pagare il meno possibile di tasse e imposte e quantaltro?
Perchè di sprechi, checchè ne dicano gli amministratori interessati - sia ben chiaro, sia di sinistra che di destra - ce ne sono e come. La dimostrazione me la sono fatta personalmente esaminando i bilanci degli ultimi anni del mio condominio.
Vi chiederete cosa c'entra il condominio? C'entra, c'entra e come. Perchè dalle piccole realtà si può dedurre quanto avviene nelle grandi realtà.
Esaminando attentamente i bilanci degli ultimi tre anni del mio condominio ho constatato, e lo ho loro dimostrato, che avremmo potuto risparmiare il 20 - 25 % solo sulle spese amministrative. Risparmio che avremmo potuto conseguire agendo su: compenso amministratore, spese banca, costo fotocopie, spese telefoniche e compensi burocratici extra. Tale risparmio avrebbe inciso sul bilancio generale per un 3 % circa. Evidentemente, amministratore e, forse, consiglieri hanno gestito un pò "allegramente". E questo avviene quasi sempre, quando si amministrano soldi altrui, e non i propri.
L'esempio può sembrare banale, ma penso che qualcosa del genere possa succedere anche nelle amministrazioni pubbliche se non c'è chi effettua controlli rigorosi e serrati. E quindi quel 2 o 3 percento che indicava Tremonti come possibile risparmio da parte delle amministrazioni nazionali e locali, era ed è un traguardo possibile da raggiungere. Certo, per arrivare a quel risultato ci vuole impegno, tempo e passione; e quindi sacrifici ai quali gli amministratori e i controllori non sempre si sottopongono facilmente.
Detto questo, c'è allora chi si ingegna e si arrovella per cercare i mezzi legali più inimmaginabili per mettere in atto il proposito di pagare il meno tasse possibili, visto poi il cattivo uso che spesso se ne fa.
A memoria e per esperienze personali, il fenomeno dell' elusione esplose negli anni '80 quando vennero introdotte a raffica tutta una serie di tasse e imposte nuove che prima non c'erano e se c'erano erano abbastanza contenute. Mi riferisco alle sette tasse che poi confluirono in un'unica tassa che prese il nome di IRAP e che erano: l'Ilor, la tassa sulla partita IVA (una vera assurdità tutta italiana), il contributo al Servizio Sanitario Nazionale e relative addizzionali (questa era plausibile), la tassa patrimoniale sui beni d'Impresa (altra assurdità), la tassa annuale sugli esercizi commerciali, altri piccoli e talora incomprensibili balzelli, l'ICIAP (Imposta Comunale sulle Attività Produttive), dovuta anche da Agenti di Commercio e di Assicurazione (assurdità italiana).
Ad incentivare la pratica elusoria vi erano poi le assurde aliquote marginali dell'IRPEF che arrivavano al 74 percento.
Possibile che il legislatore di allora non aveva compreso l'assurdità di tale aliquota? Chi era quel "pazzo" che non avrebbe fatto tutto il possibile per sottrarsi a tale mannaia? Quando dall'altra parte avvenivano gli sprechi e si assisteva imperterriti alla creazione di privilegi con i soldi dello stato, come quella legge che nei primi anni ottanta mandò in pensione anticipata un esercito di insegnanti in esubero, purchè avessero 15 anni di attività?
Erano quasi tutti trentenni, di poco sopra in trent'anni, che ancora oggi percepiscono quella pensione rivalutata di anno in anno.
Facevo il rappresentante di commercio in quegli anni. Quindi giravo e vedevo. E vedevo cosa non facevano le ditte per sottrarsi a quel cappio fiscale. Le ditte che facevano forti utili inventavano ogni tipo di spesa, anche le più inutili pur di lasciare il meno possibile all'imposizione fiscale. E quelle che andavano male smettevano di pagare ogni onere allo stato e all'INPS, e, chi poteva, si metteva poi in regola con i condoni (quella dei condoni non è stata nè un'invenzione nè un abuso del governo Berlusconi).
Anche per cercare di opporsi e fare resistenza a questo stato di cose, nacque Forza Italia. Perchè la popolazione attiva e produttiva vedeva, ma non aveva il coraggio o la forza di gruppo per ribellarsi a quella situazione. E i partiti in auge in quel momento non avevano la forza nè la volontà di rimediare alle situazioni abnormi che si erano create. Ci volle il coraggio, la forza e il carisma di Berlusconi per mettere insieme e far nascere quel movimento.
Ancora oggi, nonostante la fiscalità generale sia scesa dal 57 al 43 %, c'è una larga parte di popolazione insofferente verso la fiscalità ancora opprimente dello stato.
Urge porvi rimedio e non procastrinare più oltre la ricerca di tutte le soluzioni possibili, altrimenti, alla lunga, questo stato di disagio latente può sfogare in altre più tragiche direzioni.
Per inciso, come ho già detto a Monsoreau, io non sono più nella mischia: i miei redditi sono tassati alla fonte ed ora sono entro i parametri minimi. Le mie velleità giovanili di "fare" sono svanite e cessate con la fine della prima repubblica. Tanto ho constatato che "sbattersi" e "darsi tanto da fare" in uno stato dalla fiscalità opprimente e burocratica come il nostro, ai singoli, agli "indipendenti", "non vale tanto la pena".
Due articoli dei blogger Siro e Monica, e l'ultimo di Monsoreau, mi hanno spinto a scrivere questo post sull'elusione fiscale, che avevo già in animo di scrivere dopo il 30 giugno a corollario del post su: "Solidarietà come alibi".
Il pezzo di Siro che mi ha colpito è quello relativo agli sprechi perpetrati dalla città di Cremona sotto le voci "Comitato per il mantenimento della pace e della giustizia" l'altro sotto la voce "Fiaccola della Libertà" e l'altro ancora intitolato al "Treno della Memoria".
Il pezzo di Monica, invece, si riferisce alla manovra da 30 miliardi di euro che il governo si appresta a varare e che, guarda caso, non sono dovuti a mancanze o incapacità del precedente governo Berlusconi, ma ad un maggior deficit di 30 miliardi di euro lasciato in eredità nel 2001 dal suo precedente governo Amato, abilmente camuffato, ma che Eurostat ha recentemente individuato e certificato.
Il pezzo di Monsoreau, invece, spinge a meditare seriamente sull'introduzione di uno sciopero fiscale di massa, come estremo rimedio.
Già quel 30 giugno fui indignato dall'affermazione di Prodi, riportata sul Corriere, che diceva: "evasione fiscale a livelli inaccettabili". Ape volle quasi correggermi parlando invece di elusione, mentre invece Prodi, in quell'articolo, aveva parlato proprio di evasione.
L'elusione fiscale è un'altra cosa: è il mezzo legale che hanno i cittadini di sottrarre quanto più è possibile, e ammesso dalla legge, alla voracità del fisco.
Alla luce degli sprechi, come quelli citati da Siro, chi non è portato o invogliato a cercare i mezzi legali per pagare il meno possibile di tasse e imposte e quantaltro?
Perchè di sprechi, checchè ne dicano gli amministratori interessati - sia ben chiaro, sia di sinistra che di destra - ce ne sono e come. La dimostrazione me la sono fatta personalmente esaminando i bilanci degli ultimi anni del mio condominio.
Vi chiederete cosa c'entra il condominio? C'entra, c'entra e come. Perchè dalle piccole realtà si può dedurre quanto avviene nelle grandi realtà.
Esaminando attentamente i bilanci degli ultimi tre anni del mio condominio ho constatato, e lo ho loro dimostrato, che avremmo potuto risparmiare il 20 - 25 % solo sulle spese amministrative. Risparmio che avremmo potuto conseguire agendo su: compenso amministratore, spese banca, costo fotocopie, spese telefoniche e compensi burocratici extra. Tale risparmio avrebbe inciso sul bilancio generale per un 3 % circa. Evidentemente, amministratore e, forse, consiglieri hanno gestito un pò "allegramente". E questo avviene quasi sempre, quando si amministrano soldi altrui, e non i propri.
L'esempio può sembrare banale, ma penso che qualcosa del genere possa succedere anche nelle amministrazioni pubbliche se non c'è chi effettua controlli rigorosi e serrati. E quindi quel 2 o 3 percento che indicava Tremonti come possibile risparmio da parte delle amministrazioni nazionali e locali, era ed è un traguardo possibile da raggiungere. Certo, per arrivare a quel risultato ci vuole impegno, tempo e passione; e quindi sacrifici ai quali gli amministratori e i controllori non sempre si sottopongono facilmente.
Detto questo, c'è allora chi si ingegna e si arrovella per cercare i mezzi legali più inimmaginabili per mettere in atto il proposito di pagare il meno tasse possibili, visto poi il cattivo uso che spesso se ne fa.
A memoria e per esperienze personali, il fenomeno dell' elusione esplose negli anni '80 quando vennero introdotte a raffica tutta una serie di tasse e imposte nuove che prima non c'erano e se c'erano erano abbastanza contenute. Mi riferisco alle sette tasse che poi confluirono in un'unica tassa che prese il nome di IRAP e che erano: l'Ilor, la tassa sulla partita IVA (una vera assurdità tutta italiana), il contributo al Servizio Sanitario Nazionale e relative addizzionali (questa era plausibile), la tassa patrimoniale sui beni d'Impresa (altra assurdità), la tassa annuale sugli esercizi commerciali, altri piccoli e talora incomprensibili balzelli, l'ICIAP (Imposta Comunale sulle Attività Produttive), dovuta anche da Agenti di Commercio e di Assicurazione (assurdità italiana).
Ad incentivare la pratica elusoria vi erano poi le assurde aliquote marginali dell'IRPEF che arrivavano al 74 percento.
Possibile che il legislatore di allora non aveva compreso l'assurdità di tale aliquota? Chi era quel "pazzo" che non avrebbe fatto tutto il possibile per sottrarsi a tale mannaia? Quando dall'altra parte avvenivano gli sprechi e si assisteva imperterriti alla creazione di privilegi con i soldi dello stato, come quella legge che nei primi anni ottanta mandò in pensione anticipata un esercito di insegnanti in esubero, purchè avessero 15 anni di attività?
Erano quasi tutti trentenni, di poco sopra in trent'anni, che ancora oggi percepiscono quella pensione rivalutata di anno in anno.
Facevo il rappresentante di commercio in quegli anni. Quindi giravo e vedevo. E vedevo cosa non facevano le ditte per sottrarsi a quel cappio fiscale. Le ditte che facevano forti utili inventavano ogni tipo di spesa, anche le più inutili pur di lasciare il meno possibile all'imposizione fiscale. E quelle che andavano male smettevano di pagare ogni onere allo stato e all'INPS, e, chi poteva, si metteva poi in regola con i condoni (quella dei condoni non è stata nè un'invenzione nè un abuso del governo Berlusconi).
Anche per cercare di opporsi e fare resistenza a questo stato di cose, nacque Forza Italia. Perchè la popolazione attiva e produttiva vedeva, ma non aveva il coraggio o la forza di gruppo per ribellarsi a quella situazione. E i partiti in auge in quel momento non avevano la forza nè la volontà di rimediare alle situazioni abnormi che si erano create. Ci volle il coraggio, la forza e il carisma di Berlusconi per mettere insieme e far nascere quel movimento.
Ancora oggi, nonostante la fiscalità generale sia scesa dal 57 al 43 %, c'è una larga parte di popolazione insofferente verso la fiscalità ancora opprimente dello stato.
Urge porvi rimedio e non procastrinare più oltre la ricerca di tutte le soluzioni possibili, altrimenti, alla lunga, questo stato di disagio latente può sfogare in altre più tragiche direzioni.
Per inciso, come ho già detto a Monsoreau, io non sono più nella mischia: i miei redditi sono tassati alla fonte ed ora sono entro i parametri minimi. Le mie velleità giovanili di "fare" sono svanite e cessate con la fine della prima repubblica. Tanto ho constatato che "sbattersi" e "darsi tanto da fare" in uno stato dalla fiscalità opprimente e burocratica come il nostro, ai singoli, agli "indipendenti", "non vale tanto la pena".
11 Comments:
Non si è mai fuori dalla mischia, non completamente !
Se tutti noi mettessimo il nostro mattoncino per mettere in crisi i disegni di prodinotti, potremmo raggiungere prima il traguardo dell'abbatimento di questo governo provvisorio, che non ci rappresenta e nel quale non ci si riconosce neanche un po'.
By Massimo, at 2 settembre 2006 alle ore 13:44
Se e' vero che il parametro oltre il quale l'imposizione diventa usura e' il 33%... pero' ti portano ad esmpio alcune realta' nordiche in cui l'imposizione e' doppia, ma lo Stato funziona e tutti hanno diritto ad un welfare di prima qualita'. Nondimeno il sistema sta fallendo anche li' perche' il surplus che ha permesso quest'andazzo era dovuto alle gestioni liberali, mentre quelle socialiste se lo sono ormai mangiato tutto. Quanto all'elusione, e' ovvio che e' piu' facile per l'imprenditore in quanto ha collaboratori che il comune contribuente non ha, ma il principio che passa e' quello per cui elusione ed evasione sono la stessa cosa, il che manda a bagasce lo stato di diritto come per un infinita' di altri fulgidi esempi. E se lo capisco io che di economia non ne so niente...
P.S.
domani provvedero' ad ovviare all'inconveniente che hai lamentato. Oggi mi mancano alcune cose e non posso farlo.
By Lo PseudoSauro, at 2 settembre 2006 alle ore 14:38
mosoreau,
ho letto or ora il tuo post "Ombre rosse sulle banche".
La storia che hai scritto è perfetta: collima tutto quanto con quello che conosco anch'io. Solo mi chiedo come fai a scrivere pezzi di una tale complessità. Hai tutto nella mente? o fai ricerche al momento su internet? In quest'ultimo caso ti andrebbe via molto tempo.
Dall'elenco delle banche cedute dal gruppo Intesa hai lasciato fuori Carical, Cassa di Risparmio della Calabria andata alla Banca Popolare Commercio Industria.
Se mettiamo insieme tutti e dico tutti i tuoi post, e qualcuno dei miei, ce n'è abbastanza da farci pensare seriamente alla situazione. Ma la gente sembra non accorgersi, ignorare, minimizzare, trascurare il problema. Anzi, per loro il problema non esiste: è solo fantasia nostra.
No, non sono fuori dalla mischia nel senso di lotta al sistema. Sono fuori dalla mischia nel senso che il mio contributo in termini di tasse è limitato all'Iva sugli acquisti, all'ICI, alle ritenute alla fonte sul reddito dei risparmi, e qualcos'altro. Mi guardo bene dall'andare ancora a produrre redditi tassabili: il mio "grosso contributo", finora l'ho già dato.
Quindi, ti confermo che mi puoi trovare nella mischia della "battaglia", non fosse altro che per aiutare e salvaguardare il futuro dei miei figli.
By marshall, at 2 settembre 2006 alle ore 22:46
caro monsoreau,
ti voglio raccontare anch'io una storia sui comunisti italiani, come quella che hai scritto tu sul blog di Monica.
Avevo un cliente, piccolo imprenditore, comunista convinto. Adorava la Russia, dove si era recato qualche volta. Era un sostenitore del loro sistema di sviluppo "controllato" mediante i "piani quinquennali" di staliniana memoria. Mentre, era nettamente contrario al nostro sistema di sviluppo, che diceva caotico. Aveva quasi in odio gli elettori di Forza Italia e considerava quasi "barbari" i leghisti. Era per il rigore della legge: lo deducevo dai suoi discorsi.
Ma c'era qualcosa di strano, di ambiguo, oserei dire, di falso nel suo modo di agire e di operare.
Nel suo ambito era frequente imbattersi in lavori in nero. E lui non se li lasciava sfuggire. Gli saltava addosso a man bassa, tralasciando gli altri lavori e scontentando gli altri clienti "regolari" perchè, ovviamente, doveva ritardargli la consegna.
Penso proprio che lui sia tra quelli che, come denuncia Visco, dichiarano perdite d'esercizio anzichè guadagni.
Altro appunto per questo cliente, in tema di solidarietà sociale.
Aveva una dipendente, capo e maestra, in quanto insegnava alle neo assunte, che ad un certo punto cominciò a diventare lenta ed impacciata nei movimenti. Era diventata ritardataria e assenteista con prognosi continue di "depressione": quindi non era licenziabile.
Ricordo che nei suoi commenti mi diceva che "gò de pagàla sensa che la fà un caso" (devo pagarla senza che faccia niente).
Dopo qualche tempo, a questa sfortunata ragazza le fu diagnosticata "sclerosi multipla", nella forma lenta e abbastanza benigna, a me ben nota.
Non conosco il seguito della vicenda legata a questo caso della ragazza, ma sicuramente ce l'avrà in carico come invalida, "lavoratrice protetta". Se avesse potuto, probabilmente l'avrebbe licenziata da molto prima.
Lascio ad ognuno trarre la morale da questo caso. E non l'ho scritto nel blog di Monica per non attirarmi addosso le ire di quel comunista che ha inveito contro di te, monsoreau.
E adesso, pausa. A più tardi.
By marshall, at 3 settembre 2006 alle ore 10:19
pseudosauro,
scriverò un altro post che conterrà anche la risposta al tuo commento.
Come hai notato, da quanto ho scritto commentando il tuo post "Il mito della resistenza", ritengo quel tuo pezzo un grande documento storico. E, per questo, entrerò nel merito scrivendone un articolo incentrato sulle mie vicende personali - più che mie, del mio nucleo famigliare - riguardanti quel periodo.
Anche sul tuo post "LampedUSA", che ho riletto più volte, commenterò scrivendo qualcosa di attuale e personale.
By marshall, at 3 settembre 2006 alle ore 12:26
Ciao Marshall, grazie per avermi citato :-)
Il tuo post è molto istruttivo, anche perché - ammetto la mia ignoranza - non avevo mai sentito parlare dell'elusione fiscale. Non sapevo neanche cosa fosse. Intendiamoci, in linea di principio le tasse vanno pagate, ma un fenomeno di questo tipo è più che condivisibile, visti gli sprechi continui e ripetuti che lo Stato italiano mette in atto.
Ad esempio: in Italia ci sono 3 milioni 600mila dipendenti pubblici. Di questi, uno su quattro (a voler essere generosi) scalda la sedia. C'è un esubero mostruoso, fuori controllo. Ebbene, sai quanto guadagna un dipendente pubblico? Il DOPPIO rispetto ad uno privato, che magari si fa un mazzo così. Ti immagini che quantità infame di sprechi? Senza contare i vari enti pubblici spreconi, dalla Rai in giù.
Se la CdL proclamasse lo sciopero fiscale, sono certo che sarebbe un successo. Perché l'elettorato liberale è restio a scendere in piazza, ma si incazza come una iena se si sente menato per il naso. Come accade oggi col Circo Prodi.
By Anonimo, at 4 settembre 2006 alle ore 09:52
Su CorrierEconomia del 4/9/2006, la rubrica "Un libro, un caso", a cura di Marco Ferrante, parla di un libro "L'invidia e la società" scritto dal sociologo austriaco Helmut Schoeck e pubblicato per la prima volta nel 1966.
Tradotto e pubblicato in Italia da "Editore Liberilibri" solo quest'anno, 2006, sviluppa un tema di stringente attualità per noi italiani:
MENO TASSE
E per conseguire questo risultato, il sociologo espone la sua ricetta puntando il dito sulla inefficienza della spesa pubblica. Spesa che può essere ridotta mirando puramente alla sua efficienza.
Come si può dedurre è un libro di stretta attinenza con questo post, del quale, quindi, è consigliabile la lettura.
By marshall, at 5 settembre 2006 alle ore 09:05
pseudosauro,
risponderò più esaurientemente con un post dedicato.
Per intanto, sulla situazione svedese, il livello di tassazione è sceso anche lì: non poteva restare ai livelli anni '80 e '90.
Forse perchè "il troppo storpia" e anche loro cominciano, forse, a voler essere un pò più liberi e un poco individualisti.
Non conosco la situazione e mi fermo qua.
Spero che "Perla", che vive da quelle parti, ci racconti qualcosa di "diretto" su quelle realtà.
By marshall, at 5 settembre 2006 alle ore 15:46
io nn volevo correggerti...volevo solo farti sapere che i due concetti sono distinti e separabili.
By aroti, at 7 settembre 2006 alle ore 21:24
ape,
...quali: evasione ed elusione? Sono d'accordo con te!
Bentornata principessa!
Sono stato assente dal tuo blog, vi ho fatto solo visite veloci (sempre e costantemente)perchè la quantità di tempo disponibile è limitato e l'ho dedicato tutto alla politica, contraddicendo a quanto mi ero ripromesso. Ricordi "E adesso vacanza"?
By marshall, at 8 settembre 2006 alle ore 08:53
CENTRO STUDI POLIZIA NUOVA
COMBATTERE L’EVAZIONE E L’ELUSIONE? SEMPLICISSIMO
Il Centro Studi Polizia Nuova, a fronte della continua evasione ed elusione fiscale che da oltre 40 anni mina le fondamenta dello Stato, vuole far conoscere al cittadino il sistema semplicissimo che tutti sanno essere utile a combattere e sconfiggere questo cancro legalizzato.
Nonostante i consapevoli vari ed inutili tentativi realizzati, i quali risultati negativi erano a conoscenza di tutti, è sempre stato sufficiente applicare la detraibilità del 10% - sul modello statunitense - su tutte le spese sostenute in ambito familiare.
Permettendo questo semplicissimo ed elementare sistema, facendo detrarre questo 10%, si recupererebbero miliardi di euro di evasione ed elusione che, grazie a questo sistema che è contro un altro sistema legalizzato, consentirebbe un ancor più semplice controllo incrociato che potrebbe addivenire e consentire la verifica di qualsivoglia bene e/o servizio sia stato venduto da chicchessia facendo riempire le casse dello Stato.
Il problema è: perchè nessun governo vuole applicare questa semplicissima soluzione?
Nonostante le fasce deboli stiano soffrendo, nonostante i pensionati soffrono da tempo immemorabile, nonostante il sistema sanitario sia crollato, nonostante i giovani non riescono ad inserirsi nel mondo produttivo, nonostante chi esce dal circuito lavorativo non riesce a rientrarvi, chi evade ed elude non paga mai grazie ad un sistema economico che fa pagare tutto ai soliti pensionati e stipendiati mentre i miliardari continuano ad accumulare indebitamente ed illegittimamente fortune su fortune con il bene placito dei vari governanti.
Eppure questo reato è il più abbietto e criminale che ci sia perché mina le fondamenta dello Stato Sociale facendo soffrire chi già soffre togliendogli la dignità e i diritti!!!
In altri paesi chi commette scientemente questo crimine va in galera e paga di tasca propria senza sconti perché commette un attentato allo Stato, in Italia, invece, di sconti ve ne sono anche troppi!!!
Il Centro Studi Polizia Nuova vuole far conoscere al cittadino la nuda e cruda verità, la soluzione esiste e nessuno vuole applicarla, tutti fanno solo in modo di creare ancora leggi e leggine per dilatare il numero di volumi per le leggi tributarie così da dilatare a dismisura le possibilità per evadere ed eludere a più non posso facendo pagare questo orrore, che distrugge lo Stato Sociale ed una Nazione intera, sempre e solo ai coloro che non arrivano più alla fine del mese.
Il crimine più grave si consuma e si tolgono i diritti ai tanti per garantirli illegittimamente a pochi con la benedizione di tutti.
Portici, 27 settembre 2010
Il Vice Direttore
DI MARIA Pasquale
Tel. 347.6743936 – Fax 081.272211- www.centrostudipnfi.altervista.org
By centro studi polizia nuova, at 27 settembre 2010 alle ore 10:43
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