Interazione Borsa Politica
Dopo la pausa di silenzio di ieri, per onorare la memoria dei caduti di New York dell'11 settembre 2001, vittime della crudeltà e della stoltezza umana, riprendo a scrivere e, dato che sono in tema di "ricchezze accumulate dai politici e dai sindacalisti" (vedere post precedente), voglio divagare, fantasticando sulla commistione tra borsa e politica. La borsa è fortemente influenzabile dalla politica e molto spesso brevi discorsi o semplici frasi, pronunciate da politici di un certo "peso", possono far modificare i corsi di borsa in maniera sensibile.
E, visto che parlavamo di Bertinotti, dedichiamoci a lui.
Negli anni '90, ai tempi del primo governo Prodi, quando Rifondazione non entrò nel suo governo, ma gli assicurò l'appoggio esterno, vi erano dissensi quotidiani tra i due leader. Infatti si poteva ben dire che Bertinotti teneva in pugno Prodi, tantè che le crisi di governo venivano minacciate ad ogni spirar di fronda.
In quegli anni ero ancora ben messo in salute, e frequentavo quasi tutti i giorni il borsino, prima di rincasare per la pausa pranzo. L'orario era quello canonico delle 12,30 - 13,30.
Avevamo creato un simpaticissimo e allegro gruppo di abituè, molti dei quali eravamo veri e propri squattrinati e ci ritrovavamo per scambiarci pareri, curiosità, notizie e aneddoti di borsa, con il vero intento segreto di imparare a "fare i soldi con la borsa" (pia illusione!). E, in quegli anni '90 si era montato un argomento molto simpatico. Eravamo arrivati a pronosticare l'andamento della borsa in base alle parole, ai discorsi, alle prese di posizione nel governo da parte di Bertinotti.
Guardavamo dai terminali tutte le notizie Ansa e Roiters riguardanti Bertinotti e, in base ad esse, facevamo ciascuno la propria previsione. E quasi sempre ci azzeccavamo. Tranne una volta che ci spiazzo tutti quanti, per via di un contrattempo.
Era un giorno di giugno o luglio '98 e c'eravamo lasciati, per il pranzo, con la borsa a + 1%. Durante il pranzo sbirciavo l'andamento borsistico attraverso televideo. Improvvisamente, poco dopo le 14, l'indice, da positivo che era, virò improvvisamente e fortemente in negativo. Non conoscendone le cause, tornai in banca, dove s'erano radunati anche altri del gruppo, e constatammo che la borsa era andata in forte perdita (- 3,5 %) in seguito ad una dichiarazione di voto di Bertinotti. Trovata la notizia, non avemmo nessun dubbio che la borsa sarebbe precipitata in quel modo.
La mattina dopo la borsa ripartì in positivo e, pian piano recuperò tutta la perdita del giorno precedente.
Cosa era successo?
Era forse successo che nel frattempo Bertinotti aveva cambiato posizione rispetto al giorno prima?
Non ricordo esattamente i particolari di quella specifica vicenda ma so per certo che per la borsa andò in quel modo.
Avvicendamenti del genere, e per motivi dovuti al dissenso tra i "due", in quel periodo ne avvenivano di frequente, anche se di minore entità.
Poichè tra i commenti ricevuti ho letto di "giochi" che avvengono "dietro le quinte" tra i politici, mi chiedo, ed è lecito chiederselo, se non facessero già parte di questi "giochi" le scaramucce politiche che avvenivano in quel periodo.
E, visto che parlavamo di Bertinotti, dedichiamoci a lui.
Negli anni '90, ai tempi del primo governo Prodi, quando Rifondazione non entrò nel suo governo, ma gli assicurò l'appoggio esterno, vi erano dissensi quotidiani tra i due leader. Infatti si poteva ben dire che Bertinotti teneva in pugno Prodi, tantè che le crisi di governo venivano minacciate ad ogni spirar di fronda.
In quegli anni ero ancora ben messo in salute, e frequentavo quasi tutti i giorni il borsino, prima di rincasare per la pausa pranzo. L'orario era quello canonico delle 12,30 - 13,30.
Avevamo creato un simpaticissimo e allegro gruppo di abituè, molti dei quali eravamo veri e propri squattrinati e ci ritrovavamo per scambiarci pareri, curiosità, notizie e aneddoti di borsa, con il vero intento segreto di imparare a "fare i soldi con la borsa" (pia illusione!). E, in quegli anni '90 si era montato un argomento molto simpatico. Eravamo arrivati a pronosticare l'andamento della borsa in base alle parole, ai discorsi, alle prese di posizione nel governo da parte di Bertinotti.
Guardavamo dai terminali tutte le notizie Ansa e Roiters riguardanti Bertinotti e, in base ad esse, facevamo ciascuno la propria previsione. E quasi sempre ci azzeccavamo. Tranne una volta che ci spiazzo tutti quanti, per via di un contrattempo.
Era un giorno di giugno o luglio '98 e c'eravamo lasciati, per il pranzo, con la borsa a + 1%. Durante il pranzo sbirciavo l'andamento borsistico attraverso televideo. Improvvisamente, poco dopo le 14, l'indice, da positivo che era, virò improvvisamente e fortemente in negativo. Non conoscendone le cause, tornai in banca, dove s'erano radunati anche altri del gruppo, e constatammo che la borsa era andata in forte perdita (- 3,5 %) in seguito ad una dichiarazione di voto di Bertinotti. Trovata la notizia, non avemmo nessun dubbio che la borsa sarebbe precipitata in quel modo.
La mattina dopo la borsa ripartì in positivo e, pian piano recuperò tutta la perdita del giorno precedente.
Cosa era successo?
Era forse successo che nel frattempo Bertinotti aveva cambiato posizione rispetto al giorno prima?
Non ricordo esattamente i particolari di quella specifica vicenda ma so per certo che per la borsa andò in quel modo.
Avvicendamenti del genere, e per motivi dovuti al dissenso tra i "due", in quel periodo ne avvenivano di frequente, anche se di minore entità.
Poichè tra i commenti ricevuti ho letto di "giochi" che avvengono "dietro le quinte" tra i politici, mi chiedo, ed è lecito chiederselo, se non facessero già parte di questi "giochi" le scaramucce politiche che avvenivano in quel periodo.
5 Comments:
ciao Marshall
se curiosi nel blog dell'imprenditore e degli altri amici spesso si sono riportati questi comportamenti dei politici "dietro le quinte".
hai ragione a dire che a volte più che ai rumors economici bisognerebbe intercettare quelli politici.
L'ultimo esempio è quello di Intesa - San paolo.
"ho chiesto a prodi" - "avevo contattato Fassino" ecc. ecc.
Ma non dovrebbero rimanee segrete ste cose?
sarebbe bello curiosare nel portafoglio titoli di alcuni politici per sapere come fu movimentato in quei giorni.
By Zener1992, at 12 settembre 2006 alle ore 14:54
zener,
ho già guardato in quello dell'imprenditore e gli ho pure lasciato un commento su Telecom.
Guarda che sconquasso su quel titolo!!
By marshall, at 12 settembre 2006 alle ore 17:25
Monica,
se solo i miei amici ti raccontassero le loro disavventure di borsa, e se tu fossi, per caso, un poco esperta di borsa, ne dedurresti che sì, forse siamo in mano a bande di delinquenti e che lo stato non fa niente, ma dico proprio niente per tutelare veramente i piccoli risparmiatori che si avventurano nella borsa.
Di Finmeccanica ho scritto un bel post dettagliato e molto curato.
Di Telecom scriverò un post tirando in ballo governo, consob, antitrust, politici i quali vendono una merce facendola pagare per quella che è, e poi, con leggi, provvedimenti di "tutela dei consumatori", la svuotano facendole perdere il valore originario: NON E' UN IMBROGLIO A DANNO DEI PICCOLI AZIONISTI?
Zener mi saprebbe dire qualcosa su questo punto!!
By marshall, at 12 settembre 2006 alle ore 17:40
Basta vedere l'ultima legge sul risparmio.
Doveva essere un provvedimento lampo come la pari legge sul risparmio americana (la sarbanes Oaxley) che la promulgarono in meno di due mesi con ampio spirito bipartisan.
Da noi, dopo Cirio e Parmalat, di voleva fare "gli americani", dopo due anni siamo solo riusciti ad emulare la Repubblica delle Banane.
Nella attuale legge sul risparmio si parla di governanece societarie, rappresentanze delle minoranze, antitrust tra banca Italia ed Isvap ecc, riforma del TUF, del TUB, ecc. ecc.
C'è proprio di tutto.
Manca la tutela del risparmiatore: il discorso della Class action è stato proposto in questa maniera.
Si potrebbe fare solo se:
- il danno (lo chiamano nocumento) è grave e per grave si intende che deve essere distrutto un valore di almeno 1 per mille del PIL (tradotto deve essere di quasi 16 miliardi di euro ...nemmeno Parmalt fece così tanto)
- deve interessare una platea di almeno l'1% della popolazione italiana (600 mila persone).
Insomma, guardatevi la capitalizzazione dei titoli ed il loro nome: in pochi superano 16 miliardi e quelli che la superano sono grosse banche ed assicurazioni (le quali hanno un capitale di vigilanza quindi è improbabile che falliscano..).
rimane la Telecomn Italia...
e poi non sottovalutate che, una volta incriminati i colpevoli, può uscire fuori un indulto che "sistema le cose"....tanzi e cragnotti dopo essere stati graziati li hanno visti per le rispettive città ad esultare come tardelli fece ai mondiali dell'82.
A proposito di Indulto: Mastella ad un porta a porta di quei giorni del crack parmalat disse che queste cose dovevano essere sistemate con "il primato della politica"!.
Se questo è il primato della politica poveri noi...
comunque non sapeva che Parmalat è anche fallita grazie alle laute donazioni ai partiti politici...finiti in contabilità come spese postali...
Ma guarda chi ci governa...
By Zener1992, at 12 settembre 2006 alle ore 18:07
zener,
grazie per questo commento che, in maniera sintetica, contiene notizie che conoscevo di sfuggita (vedi legge americana sul risparmio e legge "intruglio", da commedia pirandelliana, che si sta studiando per l'Italia).
By marshall, at 12 settembre 2006 alle ore 20:04
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