Attualità di Sciascia
Del Teatro di Nova Milanese ne parlai in occasione di alcune rappresentazioni degli Attori per caso, e degli Universitari del Tempo Libero. Questi ultimi nel maggio dello scorso anno si erano cimentati in una scena tratta dal romanzo Uomo di rispetto, di autore anonimo. L'anonimato era comprensibile in quegli anni. Scritto, infatti, negli anni '80, parla di mafia, e l'esporsi su tale argomento in quel periodo era molto pericolso. L'autore parla coraggiosamente anche di Riina e Provenzano, quando questi erano ancora in libera circolazione, e dell'assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa perpetrato dalla mafia. Nel romanzo la narrazione della storia della mafia parte da quando il vertice era ancora saldamente in mano al medico di Corleone Michele Navarra.
Il grande romanzo sulla mafia resta comunque Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia, scritto oltre vent'anni prima dell'Uomo di rispetto.
Domani sera, sabato 10 marzo 2012, sullo stesso palco che verrà ricalcato prossimamente dagli Attori per caso e dagli Universitari del Tempo Libero, ci saranno, tra gli altri, gli attori Orso Maria Guerrini e Sebastiano Somma, sotto la regia di Fabrizio Catalano.
Di seguito, la presentazione dello spettacolo, tratta dalla news del Comune di Nova Milanese.
Un paese di poche migliaia di abitanti, nell’entroterra siciliano.
Un freddo mattino d’inverno.
La luce d’un pallido sole riflessa sull’asfalto bagnato.
Una piazza.
Un autobus, il motore già acceso, che s’appresta a partire.
Gli ultimi passeggeri s’affrettano a salire, mentre gli altri aspettano fiduciosi la partenza dell’autobus, dietro i finestrini appannati.
Un uomo, vestito di scuro, s’avvicina, di corsa.
Posa il piede sinistro sul predellino dell’autobus, sta per rivolgersi all’autista.
All’improvviso, un bagliore, seguito da un rumore sordo: l’uomo rimane quasi sospeso, per qualche istante, prima di afflosciarsi sull’asfalto: morto.
Il giorno della civetta si apre su un assassinio: Salvatore Colasberna viene ucciso mentre prende l'autobus, perché è un imprenditore onesto.
Viene giustiziato sulla piazza, in una livida mattina d'inverno...
E’ la storia dell’inchiesta condotta, a partire da questo omicidio, da un capitano dei carabinieri appena arrivato in Sicilia, dalla lontana Parma, all’inizio degli anni 60.
Il capitano Bellodi è un uomo onesto ed intelligente, pronto ad affrontare qualunque difficoltà, pur di far bene il proprio dovere.
Affronta con ardimento un cammino irto di ostacoli per arrestare tutti i veri colpevoli, fino al vertice della piramide mafiosa: Don Mariano, anello di congiunzione con il principale partito di governo.
In fondo a questo percorso, c’è la verità; ma la verità, spesso, in Sicilia, ha troppe facce.
Finale positivo? No: né nel romanzo nè nell'adattamento teatrale. Il Capitano sarà premiato con una licenza ed una promozione.
Note di regia
Oggi, guardandoci intorno, leggendo i giornali, viaggiando, possiamo, in tutta sincerità, dire che soltanto in Sicilia i soprusi e le ingiustizie vengono imposti con la violenza?
Ed in Italia, in Europa, nel mondo, non vige forse la legge del più forte?
Chi tocca gli interessi dei potenti, che quasi mai coincidono con quelli del comune cittadino, muore.
Chi ha il potere, ne abusa. In pochi protestano, in pochi si oppongono.
Credo che ci sia bisogno di parlare di giustizia, ci sia bisogno di un’ostinata ricerca della verità, anche là dove questa verità inevitabilmente sfugge, ci sia bisogno di un capitano Bellodi, del suo volersi rompere la testa contro un muro che a quaranta anni di distanza è ancora solido e ben protetto.
Il giorno della civetta è un romanzo di inquietante attualità.
Gli interrogativi che Sciascia poneva nel 1961 rimangono ancora aperti, le zone d’ombra non ancora chiarite.
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