Spunti dal libro di Mario Giordano
Tra i commenti del blog Sanguisughe ve ne sono di interessanti, ma qualcuno è inesatto come quello del lettore che scrive:
"...Orbene, tutti i contributi sono esenti da tasse. Perchè allora le pensioni vengono tassate? Ma se sono solo uno storno di Contributi, come mai il fisco, vuole anche le tasse? ..."
Credo che in questo commento ci sia un errore di fondo, infatti i contribui pensionistici (sia quelli versati dal datore di lavoro, che la quota parte trattenuta direttamente al lavoratore non sono soggette a tassazione. La questione sollevata da Mario Giordano nel suo libro è quella relativa alla giungla di privilegi riservati alle pensioni dei politici. Sarà per questo che alcuni giovani ambiscono alla carriera politica per guadagnare tanti soldi facendo poca fatica?
La questione è emersa nella trasmissione FORUM di ieri. Un diciannovenne, dal profitto scolastico deludente, ha confessato di voler intraprendere la "professione" del politico, "perchè guadagnano più di un qualunque semplice operario, o di un generico laureato a stipendio fisso" !
Un'altra commentatrice gli scrive: "....Non vedo altre alternative e prima che divorino questo paese e ci portino alla bancarotta chiedergli di restituire parte di quelle risorse che, indebitamente con leggi ad hoc si sono riservati ad uso personale. Rivolgo un appello al Presidente Napolitano e al Presidente del Consiglio: la Costituzione recita che siamo tutti uguali di fronte alla legge, è ora di dimostrarlo! Siamo tutti cittadini di uno stesso paese e non accettiamo oltre queste inaudite disuguaglianze!"...
Una soluzione forse ci sarebbe: porre un tetto alle pensioni. Ma poichè tutti obietterebbero col dire che le pensioni sono parametrate a quanto versato di contributi, porrei un limite anche alla contribuzione. Lo Stato conseguirebbe così subito un vantaggio: aumenterebbe la base imponibile generale IRPEF dovuta al fatto che si abbatterebbero gli oneri deducibili dal reddito per contributi previdenziali obbligatori (meno oneri deducibili = maggior base imponibile IRPEF); avrebbe così un maggior introito dal fronte IRPEF/IRES/IRAP perchè aumenterebbe sensibilmente la base imponibile generale (diminuirebbero le detrazioni per oneri deducibili da contributi previdenziali obbligatori); tale maggior introito fiscale potrebbe così essere destinato alle pensioni minime e ridare dignità alle donne silenti, facendo giustizia di quanto è stato loro sottratto con i contributi obbligatori, ma dai quali non è derivato loro alcun beneficio, anzi sottrazione di denari.
"...Orbene, tutti i contributi sono esenti da tasse. Perchè allora le pensioni vengono tassate? Ma se sono solo uno storno di Contributi, come mai il fisco, vuole anche le tasse? ..."
Credo che in questo commento ci sia un errore di fondo, infatti i contribui pensionistici (sia quelli versati dal datore di lavoro, che la quota parte trattenuta direttamente al lavoratore non sono soggette a tassazione. La questione sollevata da Mario Giordano nel suo libro è quella relativa alla giungla di privilegi riservati alle pensioni dei politici. Sarà per questo che alcuni giovani ambiscono alla carriera politica per guadagnare tanti soldi facendo poca fatica?
La questione è emersa nella trasmissione FORUM di ieri. Un diciannovenne, dal profitto scolastico deludente, ha confessato di voler intraprendere la "professione" del politico, "perchè guadagnano più di un qualunque semplice operario, o di un generico laureato a stipendio fisso" !
Un'altra commentatrice gli scrive: "....Non vedo altre alternative e prima che divorino questo paese e ci portino alla bancarotta chiedergli di restituire parte di quelle risorse che, indebitamente con leggi ad hoc si sono riservati ad uso personale. Rivolgo un appello al Presidente Napolitano e al Presidente del Consiglio: la Costituzione recita che siamo tutti uguali di fronte alla legge, è ora di dimostrarlo! Siamo tutti cittadini di uno stesso paese e non accettiamo oltre queste inaudite disuguaglianze!"...
Una soluzione forse ci sarebbe: porre un tetto alle pensioni. Ma poichè tutti obietterebbero col dire che le pensioni sono parametrate a quanto versato di contributi, porrei un limite anche alla contribuzione. Lo Stato conseguirebbe così subito un vantaggio: aumenterebbe la base imponibile generale IRPEF dovuta al fatto che si abbatterebbero gli oneri deducibili dal reddito per contributi previdenziali obbligatori (meno oneri deducibili = maggior base imponibile IRPEF); avrebbe così un maggior introito dal fronte IRPEF/IRES/IRAP perchè aumenterebbe sensibilmente la base imponibile generale (diminuirebbero le detrazioni per oneri deducibili da contributi previdenziali obbligatori); tale maggior introito fiscale potrebbe così essere destinato alle pensioni minime e ridare dignità alle donne silenti, facendo giustizia di quanto è stato loro sottratto con i contributi obbligatori, ma dai quali non è derivato loro alcun beneficio, anzi sottrazione di denari.
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