marshall

domenica, febbraio 20, 2011

I costi/sprechi della cultura

Non ho mai fatto il copia incolla di tutto un articolo di altri, ma questo è talmente benfatto che lo copio integralmente senza modificarlo di una sola virgola. Lo copioincollo così com'è, anche per poterlo inviare a nome mio a certi amici politici che hanno bisogno di tutto il "nostro" forte sostegno.

Dal sito Il Culturista

E’ giusto pagare “ingaggi” a cinque zeri per gli interventi televisivi dei soliti guru della cultura/comunicazione nostrana ? Per essere ancor più espliciti: è corretto, professionalmente ed eticamente, sborsare, come ha fatto “Mamma Rai”, 250.000 (duecentocinquantamila) Euro a Roberto Benigni per spiegare all’italica gente il significato dell’Inno di Mameli ?

La cifra pagata appare francamente sproporzionata rispetto all’impegno del pur bravo attor/comico, che – tra qualche scontata battuta antigovernativa, molta facile retorica patriottica ed un evidente saccheggio di Wikipedia – ha intrattenuto per circa mezz’ora il pubblico dell’Ariston e quello radiotelevisivo.

Ciò che stride di più, nel lucroso impegno di Benigni e di tanti attor /comici come lui, con il cuore a sinistra ed il portafoglio ben attento ai propri affari, è il loro moralismo politico, il “birignao” lacrimevole sui tagli di bilancio e sugli attacchi (da destra) alla cultura, il loro atteggiamento di “precari” dello spirito.

Vittime di facciata, in realtà essi continuano a utilizzare al meglio le loro rendite di posizione, costruite dopo anni di erosione (da sinistra) dell’egemonia culturale, sfruttando abilmente il mezzo televisivo (pubblico e privato), il consenso della grande stampa, gli immancabili appoggi politici (a sinistra) e la dabbenaggine di certa destra, psicologicamente prona nei loro confronti.

E’ accaduto per Benigni, ma accade ogni sera, per personaggi come la Dandini, Fazio, Saviano, la Cortellesi, Crozza, autentiche punte d’iceberg di una presenza costosa, invasiva, economicamente sproporzionata (per il loro reale valore) di centinaia di autentici “assistiti” della cultura.

Nella lista ci mettiamo – tanto per essere chiari – tutti quegli attori, registi, cantanti, affabulatori, opinionisti che, con ingaggi pesanti, dispensano cultura e faziosità, confondono ruolo civile e partigianeria, mischiando – come si dice – l’utile ed il dilettevole, a spese dell’erario, quindi di tutti gli italiani.

Da qui una proposta provocatoria. Sulla scia dell’inizitaiva del Ministro Brunetta, che ha pubblicato, sui siti della P.A., gli stipendi dei burocrati di Stato, perché non rendere trasparenti anche gli “ingaggi” dei guru della cultura nostrana ?

Sarebbe un’operazione trasparenza, questa sì di grande valore morale, nei confronti soprattutto dei cittadini/contribuenti, di tutti i cittadini/contribuenti (di destra e di sinistra) che sono i loro veri impresari. E sarebbe forse anche l’occasione per iniziare a “calmierare” certi ingaggi, guardando, con rispetto, all’Italia della precarietà, dei salari e delle pensioni al minimo. Meno retorica “sociale” insomma e un po’ più di autentica, reale sobrietà, a cominciare dagli esempi personali.


MARIO BOZZI SENTIERI

2 Comments:

  • Marsh, lo so interrompo il tema. Ma hai sentito di Marcello-Sarc?
    Non è più tra di noi. Ricordiamolo tutti con una sua vignetta. Ciao.

    By Blogger Nessie, at 24 febbraio 2011 alle ore 12:58  

  • Ehi, ho tentato di e-mail inerenti al presente post, ma aren? T in grado di raggiungere voi. Si prega di e-mail me quando ottiene un momento. Grazie.

    By Anonymous Anonimo, at 25 febbraio 2011 alle ore 10:05  

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