marshall

giovedì, dicembre 30, 2010

Che fine faranno i nostri risparmi?

Il quesito che aleggia a metà pagina del post di Nessie, Che fine faranno i nostri risparmi? suona come lugubre presagio di quanto potrebbe accadere da qui ad un futuro neanche troppo remoto: tra un anno, come tra dieci, venti o cinquanta. Dipenderà solo dalla capacità di tenuta dei vari governi di mantenere nervi saldi. Comunque sia, non crediamo si possa andare avanti più dei tempi indicati, se i governi non metteranno in atto serie e convincenti politiche di contenimento dei debiti pubblici, se non verranno escogitate ricette condivise da tutti per abbattere i debiti pubblici, perchè altrimenti ad andarci di mezzo saranno tutti, anche quelli che non hanno un centesimo, anche perchè a costoro verrebbe precluso tutto, restandogli solo gli occhi per piangere. Per inciso, si ricorda, come annunciato ieri in Focus Economia da Radio 24, che, nell'anno che si sta aprendo, i governi delle economie più forti saranno impegnati, come avviene da sempre, a rifinanziare il proprio debito pubblico; per la cui quota, in scadenza l'anno prossimo, si stima un totale superiore ai 4.000.000.000.000 di dollari (quattromilamiliardi). Secondo il mio parere - e non ci vuole molto per immaginarlo - prima o poi i risparmi investiti in molte di tali economie, cosiddette forti, faranno la stessa fine di quei risparmi investiti a suo tempo nelle cartelle del debito pubblico argentino (vedi Default Argentina) .
Avvenne agli inizi del secolo, ma già una decina d'anni prima ci fu un'avvisaglia di quanto poi era avvenuto, e ciò avrebbe dovuto costituire un campanello d'allarme per alcuni generi di risparmiatori, i quali, invece, fiduciosi al massimo e allettati dagli alti tassi offerti dal governo argentino per i loro titoli, si riversavano in massa a sottoscriverli. Era il tempo in cui frequentavo quotidianamente il borsino della Banca Commerciale Italiana, e ricordo ancora le file di risparmiatori che si accalcavano agli sportelli per sottoscrivere i BOT Argentini.
Venendo al dunque, quando uno stato, per varie ragioni, non gode più di fiducia e non riesce più a piazzare sui mercati la propria carta (vedi debito pubblico) allora son dolori perchè, o stampa carta moneta (creando inflazione del tipo Germania anni '20), oppure blocca a tempo indeterminato (10 - 20 - 30 anni o anche più: vedi Argentina) il rimborso dei titoli in scadenza; e quando sarà in grado di rimborsarli lo farà al valore nominale, ovviamente; ovvero al valore facciale di quando furono emessi.
Ma consolatevi, comunque, di sapere che è una strategia antica come il cucco, a cui fecero ricorso anche il duca di Milano con la consorte Bianca Maria Visconti quando progettarono di trasformare Milano nella Città Ideale (di quel progetto fanno tuttora parte il Castello Sforzesco e l'Ospedale Maggiore o Ca' Granda). Comunque sia, al momento del rimborso la somma prestata allo stato sarà stata talmente falcidiata dagli eventi inflazionistici che quei soldi varranno poco più di nulla.
A proposito di una sorta di speculazione finanziaria messa in atto dalla duchessa Bianca Maria Visconti per rimpinguare le proprie finanze personali, trascrivo un brano tratto dal libro "La Signora di Milano" di Daniela Pizzagalli.
"Poichè si ragiona anche qui di svalutazione monetaria, prego la S.V. di volermene avvisare, poichè come sa ho in pegno per parecchie centinaia di libbre, e l'altra volta quando si fece tale svalutazione trovai chi mi volle imprestare fino a sei mesi senza alcun interesse quindicimila lire, sicchè sapendo che si abbattesse la moneta troverei il simile e mi risparmierebbero un buon interesse"
In buona sostanza, quello era, probabilmente, un perido di iperinflazione (anno 1458), e Bianca Maria Visconti Sforza, potendo accedere a prestiti senza pagare interessi, voleva approfittare delle svalutazioni programmate dal marito per mettere in atto una spicciola speculazione finanziaria, con lo scopo di acquistare suppellettili, addobbi e arredi per i vari castelli di cui disponeva.
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Comunque sia, pensate alla salute, e Buon Anno a tutti!

2 Comments:

  • Marsh, circa il debito che ne pensi del signoraggio bancario? Dobbiamo di continuo far finta che non esista e continuare a pagare il debito sull'emissione della divisa cartacea?
    Guarda in proposito questo video di Benetazzo e il signoraggio:

    http://www.youtube.com/watch?v=mc9t4KTnaY4

    Sì, in ogni caso, Buon Anno!

    By Blogger Nessie, at 30 dicembre 2010 alle ore 14:59  

  • Nessie,
    leggerò, oltre a quanto mi consigli, anche questo sito, che mi sembra spieghi assai bene cosa in effetti sia il signoraggio. Dopodichè saprò rispondere anche in maniera più adeguata al tuo quesito.
    ---
    A proposito del tuo favoloso post, ho messo nella lista dei libri da leggere anche quei due che consigli, ma prima di quelli ne ho altri tre in lista d'attesa, tra i quali c'è GENTE IN ASPROMONTE di Corrado Alvaro. Me l'ha consigliato un'anziana conoscente perchè in gioventù aveva conosciuto uno dei personaggi (veri) di quel libro. Ma lo leggo a maggior ragione dopo aver letto lì da te la postfazione di Massimo Fini al libro L'EUROPA S'E' ROTTA, degli autori Eugenio Benetazzo & David Parenzo (Editore Sperling & Kupfner).
    Secondo il postfatore, che tu hai intelligentemente riportato testualmente,
    ""l'economia reale" è un inganno. Infatti il capitalismo industriale si basa sulla stessa logica di quello finanziario: un'inesausta scommessa su un futuro , additatoci continuamente, per tenerci al basto, come Terra Promessa, che arretra continuamente davanti ai nostri occhi con la stessa inesorabilità dell'orizzonte per chi abbia la pretesa di raggiungerlo. Casomai il capitalismo finanziario, con la sua brutalità, ha il pregio di smascherare questo giochetto infame che dura due secoli e mezzo e che deve finire. E che finirà. In un bagno di sangue, quando crollato questo modello di sviluppo paranoico, la gente delle città , accorgendosi che non può mangiar cemento e bere petrolio, si dirigerà verso le campagne, dove verrà respinta a colpi di forcone da chi, avendo compreso le cose al momento giusto, sarà tornato, come ai vecchi tempi, all'economia di sussistenza (autoproduzione e autoconsumo) in cui il valore di una mucca, a differenza di quello del denaro e del petrolio, resta sempre tale, perché una mucca bruca, trasforma l'erba in latte, caga come Dio comanda e concima, in un ciclo biologico perfetto, e al limite se ne può sempre far bistecche."

    Ecco, da bambino assistetti all'esodo dei contadini dalle campagne (mia padre stesso lo era) verso la città, chissà che, stando a quanto dice Massimo Fini, non faccia in tempo a vedere l'inizio di un esodo all'incontrario. Un esodo che, peraltro, come fossero piccole insignificanti goccioline di rugiada, secondo me è già
    iniziato, se è vero come è vero che in Germania hanno aperto delle scuole che insegnano ai giovani il "mestiere del pastore", e che figli di fior fiore di professionisti le stanno frequentando.

    Ciao.
    Buon Anno anche a te.

    By Blogger marshall, at 30 dicembre 2010 alle ore 16:02  

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