marshall

lunedì, luglio 26, 2010

Questione di stili

Pubblico integralmente l'articolo de Il Giornale.it, firmato da Stefano Filippi, segnalatomi da Eleonora, la segugia di questo gruppo di bloggers associati.
Nella solita speranza di non ricevere richieste di risarcimento danni per violazione della legge sul copyright (l'articolo è solo di oggi stesso, ore 9). Ma lo faccio a fin di bene, per una giusta causa.

Lo pubblico perchè a/e di Livorno ho due bloggers amici, VP e Sarcastycon , i quali chissà cosa si chiederanno di quella che sembra essere UNA GRANDE EMERITA PORCATA IN DANNO DI ESSELUNGA, PERPETRATA DA COOP. Sono stato anch'io un commerciante e so cosa vuol dire scalpitare per l'arrivo o per la presenza di un concorrente sulla propria piazza. Ma, arrivare a tanto, credo che alla lunga ci si sveni a vicenda in battaglie che ritengo assurde: la concorrenza preme, e quando vuole arriva comunque. Dalle storie trapelate da Modena, ed ora anche da Livorno, mi par di capire che la Coop non gradisca concorrenti sulla propria piazza. Al contrario, a Desio, retta da un amministrazione di Centrodestra, si è da poco insediata la Coop, nei pressi di dove da molti anni esisteva già la Esselunga. Diversità di stili tra opposte coalizioni di governo locale. Ma credo ci sia di mezzo anche la decisione del proprietario del terreno, che si sarebbe accontentato di 10 milioni di euro in meno (20 miliardi di vecchie lire), pur di non cedere l'area al "capitalista" Bernardo Caprotti.
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di Stefano Filippi

A Livorno il gruppo di Caprotti offre 40 milioni per un terreno dove edificare un centro commerciale, ma i proprietari ne incassano dieci in meno pur di cederlo al colosso vicino alla sinistra. Il patron dei supermercati lombardi non ci sta e si sfoga sui giornali.
"Per la seconda domenica consecutiva, il patron di Esselunga Bernardo Caprotti ha comprato pagine di pubblicità sui principali quotidiani per spiegare come funzionano le cose in materia di «concorrenza e libertà» nelle regioni rosse. La settimana scorsa, il caso Modena: prima le Coop pagano un terreno cinque volte il suo valore commerciale per ostacolare l’insediamento di un supermercato Esselunga, poi il comune completa l’opera decidendo di trasformare l’area da commerciale a residenziale. Così il supermercato non verrà mai costruito, né a marchio Coop ma soprattutto non a marchio Esselunga. E chi ci rimette di più? Per capirlo basta osservare lo specchietto pubblicato ieri mattina: a Modena le catene legate a Legacoop possiedono l’88,1 per cento della superficie di vendita, Caprotti appena il 3,4.

Ora si apre un capitolo inedito del fortunatissimo Falce e carrello: il caso Livorno. Che presenta varie analogie con Modena. Anche sulla costa toscana ci sono giunte rosse, le Coop monopoliste (il 72,2 per cento degli spazi commerciali della grande distribuzione è dei marchi Legacoop) e un terreno commerciale conteso. Il proprietario è il cavaliere del lavoro Marcello Fremura, 80 anni, armatore e spedizioniere marittimo. La superficie fa parte di un grande lotto in cui verranno realizzati 700 appartamenti, uffici, servizi e appunto un ipermercato (unico sito cittadino disponibile per una nuova apertura) con annesso centro commerciale e megastore non alimentare. Due anni fa Fremura trova l’accordo con il Comune per avviare i lavori. Partono i contatti per rivendere i 41mila metri quadrati dell’area commerciale. Lo scorso aprile sul tavolo di Fremura si trovano tre proposte. Le Coop propongono 30 milioni di euro, qualcosa in più la Airaudo costruzioni, mentre Caprotti ne mette sul piatto 40. Vincono le Coop.

Faccenda «inconsueta e singolare» osserva Esselunga senza eccepire la regolarità delle procedure. Perché rinunciare a un’offerta più alta di un terzo? Fremura, attraverso la nipote Antonella Boccardo (che guida la società Le Ninfee creata per gestire l’operazione), fa sapere che l’offerta di Caprotti è giunta in ritardo. Strano, replica Esselunga, visto che è stata presentata il giorno dopo un colloquio a Livorno tra i due imprenditori, e non è ipotizzabile che Fremura abbia ricevuto Caprotti avendo già chiuso l’affare. «Delle sue buone maniere non è dato dubitare», si legge in una nota di Esselunga. D’altra parte, il rogito con le Coop è stato firmato davanti al notaio Poma di Firenze il primo luglio scorso mentre la lettera di Esselunga è del 9 aprile. Il tempo per trovare l’accordo c’era tutto.

Ma Caprotti punta il dito sul clima nel quale è avvenuta la compravendita. Due anni fa Sergio Costalli, amministratore delegato di Unicoop Tirreno, aveva dichiarato: «Siamo determinati a non lasciare spazio a nessun concorrente in Toscana». Un anno dopo aveva ripetuto: «L’importante è che non si insedi la concorrenza». Lo scorso febbraio, nei giorni cruciali delle trattative con Fremura, il presidente della società Marco Lami aveva lanciato l’ennesimo avvertimento: «Livorno è nostra». Segnali, messaggi, avvertimenti. E infatti Antonella Boccardo ha spiegato così la scelta di incassare 30 milioni di euro targati Coop invece che i 40 di Caprotti: «C’è stata una riunione di famiglia ed è stata presa una decisione. Ma soprattutto abbiamo deciso che non saremmo più tornati indietro. Ed è quello che faremo: noi a Livorno ci viviamo e lavoriamo». Caprotti non ci vive e non riesce ancora a lavorarci, con buona pace di centinaia di livornesi che su Facebook hanno aderito al gruppo «Vogliamo l’Esselunga a Livorno» con tanto di indicazioni stradali per arrivare al supermercato di Pisa. E poi Caprotti non ci sta a passare per bersaglio di false accuse, come l’agnello nell’apologo di Fedro che viene citato nella pubblicità sui giornali.
In difesa di Esselunga è sceso il coordinatore del Pdl e ministro Sandro Bondi: «Qualcuno raccolga l’ennesimo appello-denuncia. In una parte d’Italia, che grossomodo coincide con le regioni rosse, l’intreccio tra potere politico ed economia raggiunge livelli impensabili. Se la magistratura se ne occupasse si rivelerebbe un sistema di illegalità impressionante».
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Sopra: vignetta di Giorgio Forattini del 2006
Post correlati: dal blog di Giova: Giorgio Gaber: "Qualcuno era comunista" "
Articolo correlato, tratto da un'altra campana: Livorno - Esselunga - Coop

4 Comments:

  • Marshall
    In toscosoviet è una pratica "normale" che la lega delle cooperative controlli con le buone o con le cattive tutti i grossi appalti.
    Anche gli industriali si adeguano se vogliono vivere e lavorare.
    Fremura ha grossi interessi in porto e in molte strutture, non può permettersi di non essere in "sintonia" con i kompagni.Altrimenti non lavora più.

    Questa si chiama mafia: mafia rossa ma sempre mafia è.
    ciao
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon, at 27 luglio 2010 alle ore 15:27  

  • Sarc.,
    m'hai tolto le parole di bcca: "ma quella che descrivi è mafia! Mafia bella e buona (cioè cattiva)!" E' inutile che vanno a fare i moralisti quando hanno il marciume a casa loro.
    Sospendo il commento, ma è troppo interessante e va continuato.

    By Blogger marshall, at 27 luglio 2010 alle ore 17:12  

  • Marshall
    e fosse solo questo! e l'unipol dove la mettiamo, le coop che fanno da banche ai soci etc. è un'organizzazione capillare come la mafia. Anzi più bravi perchè i msfiosi rischiano sempre di essere arrestati e che gli vengano sequestrati i beni, loro invece godono di un'impunità garantita dai giudici.
    ciao
    Sarc.

    By Anonymous sarcastycon@msn.com, at 28 luglio 2010 alle ore 19:34  

  • Sarc.,
    grazie per l'aggiunta.
    Non ho molto tempo, mi sono già sbizzarrito per scriverti un lungo commento MOLTO PROFESSIONALE al post DEMOCRAZIA dove c'è quella spiritosa vignetta su Fini, che è meglio che se fatta dall'amico Forattini.
    Per intanto, ciao.

    By Blogger marshall, at 28 luglio 2010 alle ore 21:40  

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