marshall

martedì, maggio 18, 2010

Recensione di peso al nostro film


Dopo la nostra, è arrivata una "grande" recensione per il Film "Voglio essere profumo". L'ha scritta Franco Olearo, giornalista professionista di Family Cinema Tv. Con ciò, spero però di non incappare in un ammonimento da parte della testata giornalistica, o dell'autore della recensione, avendo ricopiato integralmente il loro articolo, come da seguito. Ma per poterlo leggere in maniera corretta, consiglio di passare direttamente sul loro sito, Cliccando qui.
Come avrete modo di notare, non troverete sostanziali differenze tra le mie due recensioni questa, su questo blog e quest'altra, sul Giardino delle Esperidi dove, tra l'altro, il collega Josh è impegnato in questi giorni nella gradevole disquisizione incentrata sul suo articolo del mese: un viaggio Breve tra teatro e cinema


FAMILYCINEMATV
Settimanale di orientamento per la visione di film e della TV
16 maggio 2010, n. 20
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VOGLIO ESSERE PROFUMO
Italia 2009
Titolo originale:
Regia: Filippo Grilli
Sceneggiatura: Filippo Grilli
Produzione: GPG
Durata: 120'
Interpreti: Fabio Sironi, Lorenzo Pozzi, Marta Filippi, Simone Farina, Giulia Trabucco, Alberto Crippa
Genere: Dramma
Francesco, un seminarista alle soglie del sacerdozio, ha una solida fede che trasmette agli altri con il suo buonumore, le sue poesie ispirate e la sua capacità di porsi in ascolto di chi gli sta vicino. Cinque personaggi hanno potuto beneficiare della sua serenità e della sua parola di conforto prima della sua morte, causata da una malattia incurabile: Lorenzo, un professionista sicuro di se che si trova inaspettatamente lasciato dalla fidanzata; Susanna, una adolescente che deve decidere come rispondere alle pretese del fidanzato; Barbara, giovane novizia che prima di prendere i voti cerca di verificare la sua vocazione tornando in famiglia; Davide, impegnato a fare progetti di matrimonio; Andrea, seminarista amico di Francesco.
valori/disvalori
in visione a partire da: giudizio tecnico
Tutti
Un seminarista, animato da una solida fede, sa trasferire il suo entusiasmo di cristiano ai giovani che lo hanno conosciuto e affrontare serenamente una malattia incurabile
- - -
Il film ha tutte le caratteristiche di un film professionale: solo qualche incertezza di recitazione in qualche personaggio, ma molto ben riuscita è la figura del protagonista Francesco.
Recensione di Franco Olearo
Alcuni film vengono strutturati fin dal loro concepimento per soddisfare le aspettative di un settore di pubblico ben individuato; altri, definiti autoriali, hanno a priori un loro pubblico affezionato che apprezza lo stile personale del regista/sceneggiatore; Voglio essere profumo è nato perché Filippo Grilli e tutto il suo staff avevano qualcosa da dire, avevano qualcosa da comunicarci.
Il baricentro della storia è sicuramente il seminarista Francesco, ma come tutti i veri sacerdoti o aspiranti ad esserlo non vive di se ma vive per gli altri: evita in particolare di parlare della sua malattia (che cerca sempre di minimizzare) ma è pronto ad ascoltare chi accetta di confidarsi con lui.
Il film quindi non è solo la storia di un spirante sacerdote: ampio spazio viene lasciato alle vicende dei giovani che in modo più o meno occasionale lo hanno incontrato.

Da questo punto di vista il film rompe alcuni rigidi schemi ai quali le produzioni cinematografiche o televisive ci hanno abituato: se si vuol parlare di fede sono ben accette le storie di santi, di papi, di importanti uomini religiosi; se si descrive una storia di amore fra giovani, sulla famiglia o qualche altro tema "laico", è severamente vietato abbinarvi il tema della fede.
Se guardiamo alla produzione recente, per trovare esclusivamente dei laici che parlano di fede dobbiamo far riferimento ad un unico film: Fireproof scritto da uno sceneggiatore di fede evangelica. Voglio essere profumo si pone in mezzo: parla dell'interazione fra un seminarista e alcuni laici che rinforzano la loro fede grazie al suo esempio di amore per Gesù Cristo. Ci mostra inoltre una realtà per fortuna ancora diffusa nel nostro paese ma che è praticamente assente nella nostra produzione cinematografica: la vita di una comunità parrocchiale con giovani impegnati nell'animazione o nella catechesi.
Il regista/sceneggiatore ha scelto correttamente un piglio realistico, mostrando la vita dei protagonisti all'interno della loro comunità, evitando di prolungarsi in passaggi riflessivi o frasi troppo dichiarative di fede. Le due ore di proiezione passano senza un'ombra di stanchezza: solo in poche occasioni si indulge al simbolismo (come la scena finale dove a turno vengono posti dei doni-simbolo ai piedi dell'albero che era stato caro a Francesco).

Il film non avrebbe comunque avuto successo, al di là della buona volontà e bravura di tutti, se la figura di Francesco non fosse emersa in tutta la sua potenza, come infatti è avvenuto. Grazie all'ottima interpretazione di Fabio Sironi e alla sceneggiatura, emerge un personaggio dove pensiero, parola ed azione sono coerenti. Alla fine del film si vorrebbe stare ancora con lui, sentirlo ancora parlare.
Francesco mostra la gioia come espressione visibile dell'amicizia con Gesù e questa felicità la trasmette realmente agli altri. Utilizza un linguaggio semplice, non "pretesco" per intrattenersi con i suoi amici laici ma il suo non è uno "sconto" sulla verità per risultare più simpatico e meglio accettato: resta esigente con la sua fede e con quella degli altri ed anche dal suo letto di malato, negli ultimi giorni della sua vita saprà essere profumo, saprà emanare il "bonus odor Christi", come aveva sempre desiderato.
Sopra: manifesto del film

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2 Comments:

  • Marshall
    ho piacere che questo film, così "vicino" a te, abbia il giusto riconoscimento.
    Ciao
    Marcello

    By Anonymous sarcastycon, at 20 maggio 2010 alle ore 13:43  

  • Sarc.,
    è proprio il caso di dire che "il piacere è tutto mio". Se è piaciuto anche ai recensori ufficiali, è segno che ho visto nella direzione giusta. Comunque è stato grazie alla breve esperienza terrena di Alessandro Galimberti, il seminarista lissonese, se si è potuto realizzare il film, ed io ho così potuto scriverne.
    Grazie.
    Ciao.

    By Blogger marshall, at 20 maggio 2010 alle ore 20:29  

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