Il Primo Maggio tra storia e leggende
Il primo maggio per i Celti era motivo per grandi festeggiamenti: Beltaine il nome della festa, che grosso modo coincideva con il calendimaggio.
Floralia per i romani, Walpurgisnacht per i germani, essa si è trasfusa, al giorno d'oggi, nell'assai più profana festa del lavoro, o, peggio ancora, festa dei lavoratori. Tra le popolazioni antiche, la festa del primo maggio aveva invece valenze simboliche e religiose assai diverse che non oggi; tra i Celti, essa segnava l'inizio della metà luminosa dell'anno e le venivano associate cerimonie di diverso tipo. In Irlanda, dove la civiltà celtica è durata più a lungo, Beltine indica il mese di maggio.
Per i Celti, una delle divinità della luce era Bel, da cui Beltaine, festa della luce. Il nome Bel è forse alla radice (oppure si tratta di un alter ego) del dio Belenos, che il destino ha voluto sopravvivesse nel dialetto genovese, ad indicare la parte virile maschile (e qui Luca L. mi è stato di prezioso aiuto: vedere suo commento al post precedente). Il "palo di Maggio", o del "Calendimaggio", o "della Cuccagna", diffuso in tutto il folklore europeo (soprattutto in Austria e Germania) sembra sia da mettere in relazione con quegli antichi festeggiamenti al dio Belenos, proprio per la forza, audacia e virilità necessarie per conquistare i premi posti alle sommità di "alti" pali. Molti aspetti della festa erano poi rivolti alla fecondità, legandola all'immagine virile del dio celto-ligure Belenos.
Molti racconti descrivono questa festa come costellata di banchetti e bevute. Il fuoco rivestiva un ruolo preminente nella festa; anticamente, tra le popolazioni celtiche, si usava far passare il bestiame tra due fuochi "purificatori".
Ancora oggi, nella citta di Camogli, in Liguria, si accendono due enormi fuochi simbolici per la festa che vi si celebra nei primi giorni di maggio, detta "sagra del bagnun".
Si svolgevano poi riti di tipo giuridico-religioso: in tale occasione venivano consumati matrimoni "a scadenza", che sarebbero durati per un anno, cioè sino al successivo Beltaine. Questa usanza richiama da vicino alla memoria quella dell'usus, che era una delle tre forme romane di matrimonio, consistente appunto nella convivenza protratta per un anno ininterrotto della donna con un uomo: perchè l'effetto giuridico del matrimonio non si verificasse, la donna doveva allontanarsi per almeno tre notti consecutive dalla casa del convivente. Curiosamente, in Galles la festa durava proprio tre giorni (sino al tre maggio). Anche l'ebbrezza sacra era parte integrante della festa: essa permetteva il contatto con l'altro mondo.
Quella festa, quel modo di festeggiare il Primo Maggio presso i Celti è sopravissuta forse più di un millennio, fin quando cioè i Celti non furono completamente amalgamati con la civiltà romana.
(segue)
Libera riduzione da RADICI, supplemento culturale a LA VECCHIA FILANDA
I sacri fuochi di Beltaine - Di Alberto Lombardo.
Floralia per i romani, Walpurgisnacht per i germani, essa si è trasfusa, al giorno d'oggi, nell'assai più profana festa del lavoro, o, peggio ancora, festa dei lavoratori. Tra le popolazioni antiche, la festa del primo maggio aveva invece valenze simboliche e religiose assai diverse che non oggi; tra i Celti, essa segnava l'inizio della metà luminosa dell'anno e le venivano associate cerimonie di diverso tipo. In Irlanda, dove la civiltà celtica è durata più a lungo, Beltine indica il mese di maggio.
Per i Celti, una delle divinità della luce era Bel, da cui Beltaine, festa della luce. Il nome Bel è forse alla radice (oppure si tratta di un alter ego) del dio Belenos, che il destino ha voluto sopravvivesse nel dialetto genovese, ad indicare la parte virile maschile (e qui Luca L. mi è stato di prezioso aiuto: vedere suo commento al post precedente). Il "palo di Maggio", o del "Calendimaggio", o "della Cuccagna", diffuso in tutto il folklore europeo (soprattutto in Austria e Germania) sembra sia da mettere in relazione con quegli antichi festeggiamenti al dio Belenos, proprio per la forza, audacia e virilità necessarie per conquistare i premi posti alle sommità di "alti" pali. Molti aspetti della festa erano poi rivolti alla fecondità, legandola all'immagine virile del dio celto-ligure Belenos.
Molti racconti descrivono questa festa come costellata di banchetti e bevute. Il fuoco rivestiva un ruolo preminente nella festa; anticamente, tra le popolazioni celtiche, si usava far passare il bestiame tra due fuochi "purificatori".
Ancora oggi, nella citta di Camogli, in Liguria, si accendono due enormi fuochi simbolici per la festa che vi si celebra nei primi giorni di maggio, detta "sagra del bagnun".
Si svolgevano poi riti di tipo giuridico-religioso: in tale occasione venivano consumati matrimoni "a scadenza", che sarebbero durati per un anno, cioè sino al successivo Beltaine. Questa usanza richiama da vicino alla memoria quella dell'usus, che era una delle tre forme romane di matrimonio, consistente appunto nella convivenza protratta per un anno ininterrotto della donna con un uomo: perchè l'effetto giuridico del matrimonio non si verificasse, la donna doveva allontanarsi per almeno tre notti consecutive dalla casa del convivente. Curiosamente, in Galles la festa durava proprio tre giorni (sino al tre maggio). Anche l'ebbrezza sacra era parte integrante della festa: essa permetteva il contatto con l'altro mondo.
Quella festa, quel modo di festeggiare il Primo Maggio presso i Celti è sopravissuta forse più di un millennio, fin quando cioè i Celti non furono completamente amalgamati con la civiltà romana.
(segue)
Libera riduzione da RADICI, supplemento culturale a LA VECCHIA FILANDA
I sacri fuochi di Beltaine - Di Alberto Lombardo.
4 Comments:
Sono appassionata della storia dei Celti. Meraviglioso popolo. E per domani, ti lascio un augurio Irlandese:
Qualcuno una volta ha detto: quello che va in giro torna. Lavorate come se non aveste bisogno di danaro. Amate come se non foste mai stati feriti. Danzate come se nessuno stesse a guardare. Cantate come se nessuno stesse a sentire. Vivete come se in terra ci fosse il paradiso. Che possa sempre esserci lavoro per le vostre mani. Che la vostra borsa contenga un soldo o due. Che il sole risplenda sempre sulla vostra finestra. Possa sempre un arcobaleno seguire la pioggia. Che la mano di un amico vi sia sempre vicina. Possa Iddio riempirvi il cuore con felicità per rallegrarvi.
Buona festa di Belthane. :)
By Elly, at 30 aprile 2009 alle ore 23:38
Elly,
grazie.
Non c'è miglior augurio di questo, che si possa fare ad un amico, ad un vicino, ad un semplice conoscente o abitante qualunque della stessa comunità!
Peccato che i Celti non abbiano lasciato nulla di scritto (lo scibile umano, il sapere, le conoscenze venivano trasmesse solo oralmente per mezzo dei druidi, i quali trascorrevano vent'anni della loro esistenza per studiare e imparare a memoria quanto veniva loro impresso e insegnato dai druidi anziani).
So che tu sei una grande estimatrice e appassionata dell'Irlanda, nazione che conserva, nel suo folklore, ancora molto delle antichissime tradizioni celtiche, e, più di tutti gli altri popoli di tale origine, l'attaccamento viscerale alle Radici Celtiche. E, poichè non ci è giunto nulla di scritto, mi chiedo se l'augurio che mi mandi derivi appunto da antiche tradizioni celtiche, nel farsi auguri, trasmesse oralmente e giunte in questo modo fino a noi. Se ciò fosse, e corrispondesse a realtà, e non solo tradizione e folklore, ne apparirebbe un popolo, quello dei Celti in generale, tutt'altro che rozzo, dedito anche a pensieri di poesia sublime; rivalutandore ampiamente la loro immagine, almeno ai miei occhi.
Un racconto su una antica pira, forse di origini Celte, lo puoi trovare anche in: Il Giardino delle Esperidi.
Ciao.
E, soprattutto a te, per la tua passione per l'Irlanda, Buona festa di Belthane.
By marshall, at 1 maggio 2009 alle ore 12:26
Grazie Marshall per avermi indicato il commento di Elly e grazie a te Elly per l'augurio che raccolgo con gioia.
By ambra, at 1 maggio 2009 alle ore 22:51
Non so esattamente se l'augurio che ho postato derivi davvero dai Celti, so per certo che è Irlandese. In teoria tra Celti e Irlandesi la differenza è molto poca. Vero, la storia dei Celti era tutta in mano ai Druidi. Di scritto ci sono solo le storie, tante storie comprese le favole. C'è la lingua Gaelica riconosciuta ormai in tutto il mondo, ci sono le indelebili e meravigliose sculture. No, i Celti non erano rozzi, si difendevano e difendevano le loro origini e i loro valori. E gli Irlandesi sono così. :)
By Elly, at 1 maggio 2009 alle ore 23:31
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