marshall

venerdì, marzo 27, 2009

Pippo Baudo e la Tv

Umano e simpatico il "nostro" Pippo nazionale, quando non si occupa e non si immischia con la politica: questo è il Pippo che mi piace. E questo è quello che dovrebbero imparare da lui i personaggi dello spettacolo: la politica la lascino fare ai politici, che è il loro mestiere! Detto, poi, da uno che lo ha criticato per le sue prese di posizione a favore di una certa fazione politica, tale complimento ha una valenza maggiore.

Questa mattina, dalle 11,30 alle 12 è andata in onda, su Rai 3, nella trasmissione Cominciamo Bene, condotta da Fabrizio Frizzi e Elsa di Gati, una bella intervista a Pippo Baudo, che ha rievocato dei suoi esordi e della sua lunga vita in Rai. A novembre prossimo, compirà cinquant'anni di militanza di fronte agli occhi delle telecamere. Dopo Mike Bongiorno, ricordato più volte nell'intervista, è forse uno dei più longevi presentatori in carica. Cinquant'anni trascorsi quasi tutti in Rai, se si esclude il breve periodo di migrazione su Canale 5, nel 1987, dovuto al sottinteso benservito che gli era stato riservato al termine di Fantastico 1986, quando alla presidenza della Rai c'era il socialista Enrico Manca.
Per alcune divergenze, lasciò la direzione artistica di Canale 5 e, in attesa di essere richiamato in Rai, rimase disoccupato un anno e mezzo.
Nell'intervista odierna, Pippo Baudo ha raccontato l'episodio, inedito, che gli ha consentito il rientro in Rai. Presidente Rai, all'epoca della vicenda, era Biagio Agnes, il quale non avrebbe più voluto il ritorno di Pippo Baudo alla Rai, perchè lo considerava reo della migrazione alla concorrente Fininvest. Senonchè, nel giorno dei morti di quell'anno, Biagio Agnes si era recato a portare fiori sulla tomba della moglie, sepolta nel cimitero di Serino (Avellino). Mentre era assorto in meditazione, fu avvicinato da un anziano abitante del posto che, in dialetto campano, gli disse: "edd'affà laurà Pippo Baudo, altriment eddà morì". Agnes, che era supertizioso - così ha raccontato Pippo Baudo - il lunedì mattina, rientrato in sede, lo fece assumere subito.

La mia Tv, quando ho acceso, era già sintonizzata su Rai 3, altrimenti mi sarei perso questa ed altre chicche, perchè non l'avrei visto. Di solito, a quell'ora del venerdì, dopo la seduta casalinga di fisiochinesiterapia, che mi obbliga poi a distendermi per recuperare un pò di forze, guardo Occhio alla Spesa.

L'intervista è partita con un Pippo un pò sonnacchioso.
Un pò prevenuto verso di lui, per il motivo che ho detto sopra, avrei cambiato canale, ma avendo il telecomando fuori portata di mano, ho dovuto ascoltarlo per un pò, anche se non interessato al programma. Ma tant'è, son bastati quei pochi minuti di preambolo per farmelo tornare simpatico, come ai tempi della mia giovinezza; e l'ho guardato fino alla fine del programma.
Ha rievocato i suoi esordi in Rai, ricordando che suo papà, quando lui si presentò in via Teulada, per i colloqui di assunzione, gli diede sei mesi di sussidio e vettovagliamento, dopodichè, se non fosse riuscito in Rai, avrebbe dovuto fare rientro immediato a casa.
Assieme a lui, per i colloqui di assunzione, c'era Luciano Rispoli. Conobbe anche, in quella circostanza, Carlo Mazzarella, ricordato oggi da Pippo per i suoi tacchi molto alti (e qui ha fatto un riferimento simpatico al Presidente del Consiglio).
Il passaggio più interessante dell'intervista è stato quando ha parlato del lavoro per i giovani. Molti di essi non accettano di fare certi lavori, che considerano degradanti. Il lavoro è lavoro e non esistono lavori degradanti! Consideriamo i lavori agricoli, che un tempo venivano fatti a mano ed ora, invece, con l'automazione nei campi, non sono più sfibranti come un tempo. Inoltre, si vuole mettere la vita più salubre all'aria aperta, rispetto a quella di chi vive chiuso tra le mura di una fabbrica? Oppure dei tanti lavori artigianali che stanno scomparendo per mancanza di nuove leve giovanili che vogliano intraprendere quelle attività.

Insomma, mi è assai piaciuta quella mezz'ora d'intervista a ruota libera, che m'ha fatto riscoprire il lato forse più simpatico di Pippo Baudo: quello umano.

Ha anche ricordato dei personaggi da lui scoperti, diventati poi famosi: Lorella Cuccarini (e l'episodio della scarpa scappatale durante la danza del primo giorno a "Saranno Famosi"); Aldo Baglio, il componente siciliano del trio "Aldo, Giovanni e Giacomo"; i Tazenda, e il loro leader scomparso, Andrea Parodi.
Ha concluso l'intervista duettando con Rita Forte. Hanno cantato la sigla di chiusura del programma Sette Note, che aveva lanciato Pippo nel mondo della televisione: la canzone di Léo Ferré "Donna Rosa".

Chissà se Pippo si ricorda di una primavera del 1976, quando, nel cinema-teatro di un oratorio di Corsico era stato atteso invano per presentare i cantanti e i gruppi musicali di un concorso canoro. Avevo accompagnato una ragazzina, che aveva un suo gruppo dal nome esotico, strano, che evocava caos, rumore, pandemonio. Non seppi mai del perchè non venne, lasciando tutti con un palmo di naso, nella più profonda delusione.

Consiglierei i vertici Rai di rimandare in onda questa intervista, perchè molto istruttiva, soprattutto per i giovani.

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