L'oro nero di Napoli
Giro questa notizia, per come l'ho recepita, frammentata e confusionata, riportatami da persona autorevole e credibile, e quindi degna di essere presa in seria considerazione. E' nuova anche per me, e la riporto nella speranza che qualcuno ne sia a maggior conoscenza.
Un giovane ingegnere torinese, pare abbia messo a punto un metodo per produrre energia "primaria" dal ricilaggio delle bottiglie di plastica. Il metodo consisterebbe, sic et sempliciter, nel "polverizzare" le bottiglie trasformandole in un potente combustibile per caldaie da riscaldamento. Con UN LITRO di tale "polvere" si produrrebbe l'equivalente di energia prodotta da OTTOCENTO LITRI DI PETROLIO.
Se l'efficacia di tale scoperta fosse confermata, la notizia avrebbe del "miracoloso". Pensate a quanto oro nero si troverebbero improvvisamente in casa i napoletani, dopo quindici anni di raccolta differenziata procrastinata. Le discariche create in questi giorni verrebbero prese d'assalto per recuperare i miliardi di bottiglie ivi depositate. E ciò che è stata una tragedia nazionalpopolare, si trasformerebbe in una vera manna caduta dal cielo.
Un giovane ingegnere torinese, pare abbia messo a punto un metodo per produrre energia "primaria" dal ricilaggio delle bottiglie di plastica. Il metodo consisterebbe, sic et sempliciter, nel "polverizzare" le bottiglie trasformandole in un potente combustibile per caldaie da riscaldamento. Con UN LITRO di tale "polvere" si produrrebbe l'equivalente di energia prodotta da OTTOCENTO LITRI DI PETROLIO.
Se l'efficacia di tale scoperta fosse confermata, la notizia avrebbe del "miracoloso". Pensate a quanto oro nero si troverebbero improvvisamente in casa i napoletani, dopo quindici anni di raccolta differenziata procrastinata. Le discariche create in questi giorni verrebbero prese d'assalto per recuperare i miliardi di bottiglie ivi depositate. E ciò che è stata una tragedia nazionalpopolare, si trasformerebbe in una vera manna caduta dal cielo.
10 Comments:
Tenendo conto che le bottiglie di plastica si ottengono utilizzando il petrolio, mi sembra quantomeno improbabile che applicando il processo inverso si ottenga l'energia di più petrolio di quanto se ne è usato.
La polvere, inoltre, si dovrebbe misurare in grammi (o chilogrammi), non in litri. Infatti, essendo in tema di bottiglie e dicendo un litro di polvere si associa che una bottiglia produce energia per ottocento litri di petrolio.
In effetti, però, non è così. Potrebbero volerci, chessò, 10 mila bottiglie per fare questo famoso "litro" di polvere, screditando così l'intero sistema.
Molto interessante comunque, mi piacerebbe sapere se si trovano maggiori informazioni.
By NetRider, at 11 luglio 2008 alle ore 12:09
Netrider,
anche per me ha dell'incredibile, ma la notizia mi è venuta da persona seria e autorevole. Costui mi fornirà notizie più dettagliate e documentate; dopodichè le pubblicherò.
By marshall, at 11 luglio 2008 alle ore 17:35
vicino a San Paolo, in Brasile, da anni hanno adottato un sistema per ricavare forte energetica dal reciclaggio......ma non era terzo mondo il Brasile?????
Karlita
By Anonimo, at 12 luglio 2008 alle ore 08:27
cartoni in tetrapak
Dato che oltre il 70% del cartone è costituito da cellulosa, la Tetrapak considera i cartoni per bevande un biocombustibile. Due tonnellate di contenitori usati hanno un contenuto energetico pari a una tonnellata di petrolio. Sul sito di Tetrapak si legge: “se il cartone brucia in modo pulito, i sottili strati di polietilene si trasformano in vapore acqueo ed anidride carbonica, mentre l’alluminio diventa ossido di alluminio, un composto utilizzato nella produzione della carta.”
Insomma: il tetrapak è potenzialmente riciclabile, ma la maggior parte dei tetrapak o finisce in discarica o finisce bruciata.
Karlita
By Anonimo, at 12 luglio 2008 alle ore 08:33
Tutte le trasformazioni di energia
che prevedono un passaggio calorico,come la combustione,non sono reversibili se non fornendo altra energia.
Pertanto per la definizione stessa di entropia non è possibile che si produca, una pari energia nel processo inverso,di più poi è impensabile, almeno che,ultimamente, siano cambiate le leggi della fisica....
cmq un certo riciclo,tenendo conto delle perdite,è possibile ed auspicabile,sono curioso di leggere le maggiori delucidazioni che attendi.
ciao
Sarc.
By Anonimo, at 12 luglio 2008 alle ore 10:09
Netrider, Karlita, Sarcastycon,
grazie per i vostri interventi molto acuti ed interessantissimi. Segno che gli argomenti di natura scientifica appassionano molto più di quanto mi attendessi.
L'idea di questo post mi è venuta mercoledì, mentre passeggiavo, con la mia "sedia mobile", per le vie del mercato rionale (riassaporare il piacere delle "passeggiate", per me è stato come tornare a vivere normalmente, dopo che me lo ero precluso per otto anni, a causa di stupidità!!).
Davanti ad una bancarella ho rivisto un amico, ora consigliere comunale, e, dopo aver parlato genericamente di barriere architettoniche, il discorso è caduto sui miei passatempi. E' stato inevitabile che gli parlassi del blog, e quindi dell'ultimo post; ed in particolare di quell'impianto "modello" di Mapello (?) dove si compattano le bottiglie in plastica.
A quel punto, mi ha parlato abbastanza diffusamente di quell'invenzione, della quale possiede una discreta documentazione che mi farà avere.
Ed ora vado ad analizzare, e "scandagliare", ogni vostro singolo commento.
Grazie, ancora, per la scientificità.
By marshall, at 12 luglio 2008 alle ore 11:50
Karlita,
un anno fa, sul blog di una mia commentatrice di Ferrara (ferrara.splinder.com) era stato pubblicato l'interessante post (era una lamentela), di un suo corrispondente, sugli effetti nefasti prodotti dal termovalorizzatore di Ferrara, la sua città. In pratica, si lamentavano per le notevoli e incontrollate emissioni di veleni nell'aria che fuoruscivano dai camini del loro termovalorizzatore. Emissioni particolarmente accentuate in talune notti, tanto da provocare scie luminose pari a quelle dell'Etna in eruzione, visibili anche da notevole distanza (20/25 km). Il maggior imputato di queste emissioni, velenose e luminose, era stato ipotizzato fosse proprio il TETRAPAK.
In aggiunta, e per quanto potrebbe interessare alla nostra malattia, tieni presente che sono stato a stretto contatto con la carta per molti anni, avendo lavorato per e nel mondo cartario.
Nel corso di un test/indagine per cercare di individuare le possibili cause scatenanti della nostra patologia, la mia neurologa si soffermò a lungo su questo fatto cui diede una buona percentuale di probabilità: contatto e maneggio continuo di carta delle varie tipologie.
Ti risulta qualcosa??
Se così fosse, andrebbe approfondito quel genere di rischio per chi abita in prossimità di termoval. E gli abitanti di Ferrara, in quell'occasione avrebbero avuto tutte le ragioni per lagnarsi e opporsi all'arrivo, da Napoli, di rifiuti non differenziati.
In pratica, penso che il TETRAPAK sia più consono al riciclaggio totale, anzichè essere bruciato. Se non mesiste, andrebbe inventata una tecnologia con la quale il TETRAPAK usato venga riciclato integralmente, mediante il recupero e riutilizzo di tutti i msuoi componenti; in pratica, si dovrebbe mettere a punto il processo che sia l'INVERSO del processo di produzione del TETRAPAK.
p.s.
lo diffonderò come post.
By marshall, at 13 luglio 2008 alle ore 11:49
Questa delle bottiglie mi sembra davvero un grandissima bufala! Almeno nei termini in cui sembra posta la questione nel suo post, anche se non si può discutere che il riciclare detto genere di rifiuti comporti sempre un vantaggio. Colgo l'occasione per invitarla sul mio blog all'indirizzo www.tommasopellegrino.blogspot.com, per leggere, se lo desidererà,qualche considerazione sulla degenerazione in politica degli ultimi tempi. Ossequi.
Tommaso Pellegrino-Torino
By Tommaso Pellegrino, at 13 luglio 2008 alle ore 15:09
Tommaso,
anche per me ha un po della bufala, ma fino a quando non mi fornirà la documentazione a sue mani, mi devo fidare della sua parola.
Per esempio - e parlando di peso, anzichè di capacità, come giustamente fa notare Netrider - egli mi parlava con convinzione del fatto che per produrre bottiglie di plastica ci vuole un quantitativo di raffinato petrolifero concentrato, e delle migliori qualità, il cui equivalente volumetrico sarebbe di 800 volte quello del petrolio grezzo.
Comunque sia, attendiamo altri interventi. Magari quello dello stesso inventore.
Passo a leggerti, ma essendo in quasi perfetta sintonia, penso avrai scritto quello che avevo in mente io. Meglio così. Mi hai risparmiato una fatica. A me rimane solo il compito di verificarle.
p.s.
Chiedo venia, ma il "TU" mi rende più fluido lo scrivere.
By marshall, at 13 luglio 2008 alle ore 18:13
Ti ringrazio, Marshall, per la stima che continui a tributarmi.
Io, a dire il vero, ti davo del lei soltanto perchè avevi tu cominciato così i nostri dialoghi in rete. In realtà, preferisco anch'io il tu e sono contento di sentirmi ora "autorizzato" ad usarlo nei tuoi confronti. A presto.
Tommaso Pellegrino-Torino
By Tommaso Pellegrino, at 16 luglio 2008 alle ore 18:06
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