marshall

giovedì, febbraio 14, 2008

Le "piramidi" di Milano

Il Cairo ha le Piramidi, Milano ha i suoi Navigli, ovvero canali navigabili. Scusate il paragone un poco "irriverente", ma, quanto a mole di lavoro, per la costruzione dei Navigli - fatti a mano, con badili e carriole di quelle epoche - sono state certamente impiegate ore di faticosissimo lavoro, e in quantità certamente non inferiore a quelle impiegate per erigere la Piramide di Cheope. La mia potrà sembrare un'esagerazione, una banalità, ma non lo sarà più per quanti sapranno soffermarsi a pensare e meditare sull'immane lavoro che è stato necessario per costruire i cinque Navigli milanesi: 1) La Fossa interna, 2) Il Naviglio Grande (e Bereguardo), 3) La Martesana, 4) Il Naviglio di Paderno, 5) Il Naviglio pavese. Non so se esista un dato al riguardo, ma si pensi ai milioni di metri cubi di terreno scavato, rimosso, spostato, e a tutte le altre opere connesse con la costruzione dei Navigli!

I Navigli, opere da salvaguardare, conservare, tutelare, rispettare e amare con profonda venerazione. Eppure, nel 1929 si è dato corso alla sistematica soppressione di una parte di essi: la Fossa interna e il ramo cittadino della Martesana.

Padre! Perdona loro perchè non sanno quello che fanno!

Un'opera ciclopica le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Già in epoca pre-romana esistevano canali irrigui dentro e intorno al nucleo abitativo di quella che poi sarebbe diventata la città di Milano; canali costati la fatica e il sudore della fronte di chissà quante migliaia di uomini; da lì, il profondo rispetto e la profonda venerazione che dovremmo avere per tali manufatti.

(segue)


 

Heracleum blog & web tools