marshall

martedì, febbraio 06, 2007

Facite ammuina

Deve avere avuto un bel guizzo di fantasia, di senso umoristico, ma soprattutto un bel lampo di memoria, Massimo (Monsoreau), per aver inserito nel suo pezzo di ieri l'Art.27 della Regia Marina Borbonica del 1841 "Facite Ammuina".

L'episodio che lo ha fatto scaturire è, putroppo, derivato dall'evento tragico legato all'uccisione dell'Ispettore Capo di Polizia di Catania, Filippo Raciti, cui va il mio pensiero e le mie sentite condoglianze alla famiglia alla quale è stato privato.

Ciò che mi ha reso simpatico quel post di Massimo è stato l'inserimento dell'Art.27, redatto nella sua lingua originale napoletana: una vera chicca, per me.

Ne trascrivo una parte, quella più colorita, più musicale, più poetica, affinchè io la possa godere quando voglio, direttamente dal mio blog:
"...tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passan' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tiene nient'a ffà,
s'aremeni a'cca e a 'll'à".

L'ultima frase - chi nun tiene nient'a ffà... - è sicuramente stata ispirata ed ha a sua volta ispirato brani musicali del patrimonio canoro napoletano: basta ascoltare le interpretazioni di Bruno Venturini degli anni '70, e se ne possono scoprire delle tracce.

Il napoletano frammisto al ciociaro del basso Lazio è la lingua dei miei avi. E mi fa piacere leggere frammenti di storia che mi riportano indietro nel tempo, ai fasti della mia infanzia e giovinezza.

Le mie nonne erano entrambe leggermente acculturate. Sapevano leggere e scrivere entrambe, ma quando si trattava di imbastire una discussione in italiano, si perdevano. Erano quindi momenti di gioia per entrambe quando potevano incontrarsi e scambiare quattro chiacchiere a ruota libera nella loro "lingua" naturale e preferita: il ciociaro-napoletano (forse sto commettendo una bestialità: quella di abbinare il ciociaro al napoletano. Se così fosse, me ne scuso con gli interessati che mi scriveranno per correggermi).

Quante volte, noi ragazzini, siamo stati richiamati, per la nostra vivacità, dalla loro ammonizione: guaglio' stet'affa tropp'ammuina! E mio nonno rincalzava: guaglio' stong'a ttre quart!
Da bambino, da ragazzo e nel periodo degli ultimi anni della loro vita, ho partecipato spesso ai loro "dibattiti", ed è stato soprattutto per il merito d'aver ascoltato quelle "discussioni" che ho appreso gran parte del bagaglio linguistico ciociaro-napoletano.

Ecco perchè ho sorriso di gusto appena ho letto il pezzo di Massimo (Monsoreau), anche se il motivo che lo ha spinto a scriverlo è quello molto serio che ho detto.

Sorriderà anche mio padre quando gli "declamerò" questo Articolo 27 nella sua "lingua".

E pensare che da giovane ritenevo questa "lingua", come fa, in buona fede, buona parte degli italiani del nord, perchè non la comprendono, una "lingua" grossolana, grezza, contadinotta.

Mi sono ricreduto quando ho sentito declamare da Totò la sua poesia bilingue 'a livella. O quando ho sentito recitare commedie, in quella "lingua", da personaggi celebri come Eduardo De Filippo. O come quando, recentemente, ho ascoltato Gigi D'Alessio cantare espressive canzoni nella sua "lingua". Quando senti cantare o recitare di questi personaggi in napoletano, non puoi che ricrederti sull'idea, errata, che ti eri fatta sulla sua grossolanità.

Pensate a come Totò avrebbe dovuto scrivere, in italiano, versi come: chill'ato appriesso a isso un brutto arnese: tutto fetente e cu 'na scopa mmano.
Pensate, oltretutto, che se Federico II fosse vissuto almeno altri vent'anni, il dialetto meridionale, una sorta di mix dei dialetti siculo e napoletano, probabilmente sarebbe diventato la lingua nazionale italiana.

Promozione quindi, da parte mia, per il colorito dialetto ciociaro-napoletano.

10 Comments:

  • Pensiero sfortunato citare Gigi D'Alessio in questo bel post, caro Marshall. Non è nel suo periodo migliore, considerando che è stato appena denunciato per aver picchiato dei paparazzi e ha confermato di aver tradito la moglie per anni con Anna Tatangelo, di 20 anni più giovane di lui...

    Per il resto apprezzo questo post molto particolare per il tuo genere.

    By Blogger Lunatika, at 6 febbraio 2007 alle ore 20:05  

  • Lunatika,
    Gigi D'Alessio è il primo che m'è venuto in mente fra tanti cantanti napoletani e non, che cantano anche nella "lingua" napoletana (lingua e non dialetto perchè a volte la considero come la "quasi" mancata lingua italiana).
    Comunque, dei personaggi non politici guardo l'arte e non la loro vita privata: questo lo lascio ai paparazzi.
    E' come se, a causa della sua vita privata, e delle sue traversie avessi smesso di seguire Pavarotti e con lui magari anche la lirica. In questo caso avrei perso di vista bravi talenti che sono emersi dopo di lui: vedi Licitra.
    marshall

    By Anonymous Anonimo, at 6 febbraio 2007 alle ore 23:00  

  • e chi è 'sto Licitra?

    By Anonymous Anonimo, at 7 febbraio 2007 alle ore 12:41  

  • Ti devo riprendere su un punto Marshall: l'italiano corrente da Nord a Sud proviene dritto dalla scuola siciliana di Federico II. La lingua italiana ufficiale invece è stata fatta derivare d'imperio dalla lingua di Dante che però non è l'italiano bensì il dialetto toscano. Se prendi un vocabolario vecchio di appena 25 anni troverai dei termini incomprensibili a quasi tutti gli italiani salvo che ai toscani. Chiunque puo'leggere oggi l'80% delle poesie della scuola voluta e patrocinata dallo stupor mundi e comprendere buona parte dei vocaboli. Questo per il semplice motivo che la scuola benché ubicata a sud aveva una vocazione "internazionale" almeno per i canoni dell'epoca.
    Ciao

    By Blogger Simo, at 7 febbraio 2007 alle ore 12:50  

  • Simone,
    grazie per le tue corrette precisazioni.
    Sono solo di passaggio dal blog.
    Più tardi lo rileggerò con attenzione: quello che affermi è molto interessante e merita una ricerca approfondita.
    -----
    Lunatika,
    ti dirò più tardi chi è Salvatore Licitra. Intanto, se vuoi, puoi andare sul suo sito attraverso Google.

    marshall

    By Anonymous Anonimo, at 7 febbraio 2007 alle ore 15:49  

  • Dò intanto la risposta a Lunatika.

    Salvatore Licitra è quel tenore che ha sostituito Pavarotti, all'ultimo momento, nel 2003, al Metropolitan, nella parte di Cavaradossi della Tosca.
    Sono un suo estimatore, e l'ho anche conosciuto di persona.
    Aveva esordito nel '98 all'Arena con Un ballo in Maschera: c'ero anch'io a vederlo.
    Nel 2000 ha aperto la stagione primaverile della Scala con Tosca e a dicembre con Il Trovatore.
    Nel frattempo ha continuato il suo impegno estivo con l'Arena, dove è molto richiesto per la sua bravura nell'Aida.
    Ora, lo si vede poco in Italia perchè, dopo il successo del 2003 al Metropolitan, ce lo hanno "sequestrato": canta quasi sempre in America dividendosi tra New York, Los Angeles, San Francisco e Chicago.
    Se ti interessa, a fine mese, e fino al 15 marzo circa, sarà al San Giorgio di Genova con Pagliacci e Cavalleria Rusticana.

    Consiglio ZENER e RUMORRISPARMIO di andarlo a vedere, se amano la lirica.
    Ciao a tutti.
    Marshall

    By Anonymous Anonimo, at 8 febbraio 2007 alle ore 22:22  

  • Ho avuto un lapsus,
    il Teatro di Genova è il Carlo Felice, il San Giorgio è a Bergamo.

    Chiedo scusa agli interessati.
    Marshall

    By Anonymous Anonimo, at 8 febbraio 2007 alle ore 22:33  

  • Gironzolando nella ricerca del significato storico di "facite ammuina" mi sono ritrovata nel Tuo blogl.Complimenti,da sempre sostengo che l'italiano non può essere "dantesco" troppe parole inconprensibili nella "Divina Commedia",troppo toscano, quando invece la maggior parte dei vocaboli italiani sono affini ai dialetti del Sud Italia. Volevo ringraziarTi per l'involontario riscontro favorevole che hai fornito alle mie convinzioni, da oggi lo sosterò con maggiore fermezza! Francesca G.

    By Anonymous Anonimo, at 5 aprile 2007 alle ore 14:35  

  • Francesca G.,
    grazie per il commento.
    Approfondendo la questione, sembra che il "Facite Ammuina" (fate confusione) sia un falso - come scrive Vilkipedia nella sua enciclopedia virtuale - perchè contiene diversi errori linguistici e per altri motivi, tra i quali il fatto che la Marina Borbonica era invece un fior fior di marina. Notizia confermata dalla ragione che il neo stato italiano ne adottò regolamento e uniforme.
    Della bellezza della "lingua" napoletana, e della sua riscoperta da parte mia, ne ho già parlato: tant'è che domenica scorsa mi sono soffermato attentamente ad ascoltare Mario Apicella a Buona Domenica, mentre cantava i suoi soliti pezzi in napoletano.

    By Blogger marshall, at 5 aprile 2007 alle ore 15:04  

  • Dai miei commenti qui sopra, ho riscontrato vari errori circa la biografia di Salvatore Licitra. Consiglio pertanto la lettura del post In ricordo di Salvatore Licitra.

    By Blogger marshall, at 7 settembre 2011 alle ore 14:46  

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