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martedì, giugno 13, 2006

Omaggio a Pellizza da Volpedo

Oggi sono in tema di romanticismo sfrenato, e, prima di dar corso alla lettura dei commenti dei miei lettori, e alla lettura del post quotidiano di www.zanzara.ilcannocchiale.it, che, con la sua dolce satira politica mi devierebbe dalla mia vena romantica, voglio parlare di una gradevole e interessante iniziativa, portandola alla vostra cortese attenzione.
Famiglia Cristiana, il settimanale edito dalla Casa Editrice Pia Società San Paolo, che acquisto ininterrottamente da 22 anni, ha ripreso, con il numero 24 ora in edicola, la pubblicazione della rassegna sui Borghi più belli d'Italia, giunta alla terza edizione.
La rassegna viene pubblicata in collaborazione con la società Editrice Romana di Roma che ne edita, ormai da anni, aggiornandolo annualmente, il relativo volume dal titolo "I Borghi più belli d'Italia", alla quale lo si può richiedere con un prezzo scontato del 50% per i lettori di Famiglia Cristiana.
Ho voluto parlare di questa iniziativa perchè il primo dei 15 "Borghi più belli d'Italia" che verranno illustrati e documentati quest'anno, è V O L P E D O.
Volpedo, in provincia di Alessandria, è quel graziosissimo centro del quale ho già parlato in un altro mio post, famoso in tutto il mondo per aver dato i natali ad una eminentissima personalità della Pittura Italiana: Giuseppe Pellizza, meglio conosciuto come PELLIZZA DA VOLPEDO, il famoso autore del celebre quadro: QUARTO STATO, custodito e "gelosamente" conservato a Palazzo Marino, la casa del Sindaco di Milano.

Ero già ammalato, e nei primi giorni di settembre del 2003, prima dell'arrivo della brutta stagione, pregai e ottenni di essere condotto lì a Volpedo: visita che desideravo fare da lungo tempo.
Lo scrissi già nell'altro post, ma voglio qui ugualmente ripeterla perchè fa parte dei ricordi indelebili che ci sono nella vita di ogni uomo.
Pellizza Giuseppe, trascorse quasi tutta la sua vita calcando la terra di quel suggestivo Borgo; e per me, trascorrervi due ore, tanto durò la visita, equivalse a un'eternità. Sentivo la Sua presenza "viva" nell'aria, in ogni mio respiro, in ogni zolla di terra che sfioravo, in ogni angolo del Borgo che ammiravo, in ogni angolo di cielo che contemplavo.
Dicono che ci sia una sindrome di Stendhal, ebbene io quel giorno l'ho avuta. Ho avuto, di nascosto, in segreto, all'oscuro da tutti, un attacco di "sindrome di Stendhal".
Suppongo che in quel Borgo di 1200 anime dove è vissuto l'autore di "Quarto Stato", siano tutti comunisti o postcomunisti o presunti tali, ma penso anche che con quelle 1200 "anime", qualunque sia la loro fede politica, io mi troverei in simbiosi perfetta perchè essere concittadini di un personaggio illustre che porta il nome del loro Borgo e trovare un così grande estimatore del loro illustre concittadino, non può che portare ad amicizia reciproca a prescindere, ciascuno, della propria fede politica.

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