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mercoledì, marzo 04, 2009

La nevicata del '65 a Milano

Qualche meteorologo si è spinto a prevedere una nevicata per domani, anche in pianura a basse quote. In effetti, se le temperature dovessero scendere di 5 o 6 gradi, la pioggerellina che sta scendendo qui a nord di Milano si trasformerebbe in soffice neve, e domani mattina potremmo trovare le strade imbiancate.

Ma anche se ciò dovesse accadere, niente paura. Per i milanesi, o più precisamente per i cinisellesi, non sarebbe un evento eccezionale: un'abbondante nevicata nella notte tra il 4 e il 5 marzo 1965 era già avvenuta.
Certo, se fossimo in Danimarca, una nevicata simile a quella di Milano di quel giorno, in questo periodo dell'anno non sarebbe una novità, ma qui, al 45° parallelo, oggi lo sarebbe senzaltro.

La mattina del 5 marzo 1965 era la mia prima giornata di lavoro regolare, e ci avrei tenuto a far bella figura, arrivando in anticipo sull'orario d'inizio. Ma, quella nevicata a sorpresa mandò a monte i miei buoni propositi: arrivai con mezz'ora di ritardo; ciò nonostante, assieme ad un neo collega fummo i primi ad arrivare. Costui, molto rassomigliante ad un Kirk Douglas giovanile, mi incontrò per strada ed insistette per darmi un passaggio fino al deposito. Caricata la mia bici nel piccolo bagagliaio della sua NSU Prinz, che ci costrinse a viaggiare per i 500 metri restanti col cofano posteriore sollevato, ci avventurammo, slittando con le ruote e zigzagando sulla neve fresca. Fortunatamente il traffico era pressochè nullo, e, anche se ci fosse stato, non sarebbe stato come il traffico di oggi.

Da casa mia, fino alla cartiera, c'erano quasi tre kilometri di strada, per metà asfaltate e l'altra in terra battuta.
Cinisello Balsamo si stava evolvendo da paese agricolo a città industriale e la zona delle fabbriche era ancora in fase di formazione e completamento. Viale Lincoln, che delimita la grande zona industriale da quella residenziale terminava all'incrocio con via De Vizzi, oltre il quale si entrava in campagna aperta, che terminava alla Taccona di Muggiò. Quell'incrocio a L era facilmente individuabile dall'imponente nuovo stabilimento della ALEA - Accocc.Lombarda: fabbrica centenaria, dislocata, prima d'allora, di fronte all'ingresso di Villa Ghirlanda.

Arrivati alla Cartiera, dovemmo aspettare un bel pò prima che giungessero i colleghi superiori con le chiavi del deposito.

Nel tardo pomeriggio spuntò il sole e la neve cominciò a sciogliersi. Potei così fare tappa verso casa in bicicletta, prima di recarmi fino alla Rondinella, alle scuole serali salesiane.

Per i tre giorni successivi ci fù un gran pantano nelle strade. Quando tutto fu asciugato, si aprì una grande e smagliante primavera: il '68, con tutte le sue nefaste conseguenze (la contestazione giovanile, che ci regalò gli anni di piombo) era ancora di là a venire.


 

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