Sotto a chi tocca!
Il governo ha intenzione di aumentare le tasse.
Secondo calcoli del prof. Renato Brunetta esse colpiranno 20 milioni di italiani, i quali saranno costretti a pagare 1000 euro in più all'anno.
Rimando la conclusione del mio "racconto" a puntate per inserire questo articolo che servirà per far comprendere meglio il mio pensiero complessivo sulla "vicenda" Telecom.
Tanto per stare in tema, mentre scrivo il presidente Prodi sta riferendo al Parlamento il suo "eventuale" o "probabile" coinvolgimento nella vicenda.
Avevamo concluso la 4a parte, accennando al debito pubblico.
Esso potrebbe essere visto anche come fattore di crescita, perchè la paura innescata dall'inflazione a due cifre degli anni '80, aveva fatto mettere in circolo una notevole quantità di capitale dormiente. Visto, invece, da una prospettiva più connaturata alla situazione italiana in generale, il debito pubblico è stato, e viene usato, ancor oggi, come mezzo apparentemente legale per trasferire ricchezze da una tasca all'altra.
E' noto a tutti quello che successe alla lira durante il periodo bellico.
Chi di voi non conosce il motivetto: " se potessi avere mille lire al mese " ? E quindi saprà anche cosa si sarebbe potuto fare con quelle mille lire, e quanto si sarebbe potuto fare con quella cifra nel dopoguerra.
Il valore della lira dalla fine anni '70 subì le stesse sorti che ebbe nel periodo bellico, diluito in un lasso di tempo maggiore.
Poichè negli anni '50 e '60 la lira si era mantenuta stabile, grazie a tassi d'inflazione bassissimi, che le fecero guadagnare anche l'oscar della moneta più forte, il risparmio si era convogliato su titoli di stato e cartelle fondiarie a tasso fisso e a lunga scadenza, con saggi di remunerazione uguali o inferiori a quelli attuali: 2 - 2,5 - 3 - 3,5 percento.
Andarono a ruba le cartelle fondiarie Cariplo che tanti dispiaceri diedero poi ai loro possessori nel periodo successivo agli shock petroliferi degli anni 73/74 e 79/82.
In seguito al primo shock petrolifero cominciò a muoversi l'inflazione, che divenne dirompente negli anni '80. L'inflazione incontrollata diede origine alla svalutazione strisciante della lira.
Oltre al problema del petrolio, furono altre le cause che diedero origine a tale processo. Esempio, la ricostruzione dell'Irpinia, devastata dal tragico terremoto dell'ottobre 1980, i cui costi andarono fuori da ogni controllo e fu fatto scempio di ricchezza nazionale. Vennero poi i "ricatti" politici cui furono soggetti i governi da parte dei partiti cosiddetti "progressisti" che volevano creare un welfare state alla svedese ma con contribuzione alla portoghese, e quindi inattuabile in Italia dove la mentalità generale era più simile a quella dei portoghesi che non a quella degli svedesi.
Ricatti ai quali i governi sottostarono.
Furono così varate numerose leggi senza copertura finanziaria. Una tra le tante, la messa in pensione di un ingente numero di insegnati trentenni, se non sbaglio 65.000, che avessero raggiunto 15 anni di insegnamento.
Per far fronte alla coperturta di queste spese si cominciarono ad emettere titoli di stato "a valanga". Il debito pubblico che nel 1980 era di 224 mila miliardi di lire, pari al 58 % del Reddito Nazionale, nel 1993 era diventato di 1813 mila miliardi, pari al 117,4 % del Reddito Nazionale.
(segue)
Secondo calcoli del prof. Renato Brunetta esse colpiranno 20 milioni di italiani, i quali saranno costretti a pagare 1000 euro in più all'anno.
Rimando la conclusione del mio "racconto" a puntate per inserire questo articolo che servirà per far comprendere meglio il mio pensiero complessivo sulla "vicenda" Telecom.
Tanto per stare in tema, mentre scrivo il presidente Prodi sta riferendo al Parlamento il suo "eventuale" o "probabile" coinvolgimento nella vicenda.
Avevamo concluso la 4a parte, accennando al debito pubblico.
Esso potrebbe essere visto anche come fattore di crescita, perchè la paura innescata dall'inflazione a due cifre degli anni '80, aveva fatto mettere in circolo una notevole quantità di capitale dormiente. Visto, invece, da una prospettiva più connaturata alla situazione italiana in generale, il debito pubblico è stato, e viene usato, ancor oggi, come mezzo apparentemente legale per trasferire ricchezze da una tasca all'altra.
E' noto a tutti quello che successe alla lira durante il periodo bellico.
Chi di voi non conosce il motivetto: " se potessi avere mille lire al mese " ? E quindi saprà anche cosa si sarebbe potuto fare con quelle mille lire, e quanto si sarebbe potuto fare con quella cifra nel dopoguerra.
Il valore della lira dalla fine anni '70 subì le stesse sorti che ebbe nel periodo bellico, diluito in un lasso di tempo maggiore.
Poichè negli anni '50 e '60 la lira si era mantenuta stabile, grazie a tassi d'inflazione bassissimi, che le fecero guadagnare anche l'oscar della moneta più forte, il risparmio si era convogliato su titoli di stato e cartelle fondiarie a tasso fisso e a lunga scadenza, con saggi di remunerazione uguali o inferiori a quelli attuali: 2 - 2,5 - 3 - 3,5 percento.
Andarono a ruba le cartelle fondiarie Cariplo che tanti dispiaceri diedero poi ai loro possessori nel periodo successivo agli shock petroliferi degli anni 73/74 e 79/82.
In seguito al primo shock petrolifero cominciò a muoversi l'inflazione, che divenne dirompente negli anni '80. L'inflazione incontrollata diede origine alla svalutazione strisciante della lira.
Oltre al problema del petrolio, furono altre le cause che diedero origine a tale processo. Esempio, la ricostruzione dell'Irpinia, devastata dal tragico terremoto dell'ottobre 1980, i cui costi andarono fuori da ogni controllo e fu fatto scempio di ricchezza nazionale. Vennero poi i "ricatti" politici cui furono soggetti i governi da parte dei partiti cosiddetti "progressisti" che volevano creare un welfare state alla svedese ma con contribuzione alla portoghese, e quindi inattuabile in Italia dove la mentalità generale era più simile a quella dei portoghesi che non a quella degli svedesi.
Ricatti ai quali i governi sottostarono.
Furono così varate numerose leggi senza copertura finanziaria. Una tra le tante, la messa in pensione di un ingente numero di insegnati trentenni, se non sbaglio 65.000, che avessero raggiunto 15 anni di insegnamento.
Per far fronte alla coperturta di queste spese si cominciarono ad emettere titoli di stato "a valanga". Il debito pubblico che nel 1980 era di 224 mila miliardi di lire, pari al 58 % del Reddito Nazionale, nel 1993 era diventato di 1813 mila miliardi, pari al 117,4 % del Reddito Nazionale.
(segue)
3 Comments:
Utile idiota, altrochè. Un gran raccontaballe. Niente di nuovo, perlomeno chi non lo ha votato, sapeva già cosa poteva succedere.
By Anonimo, at 30 settembre 2006 alle ore 00:06
Monica,
ti dico io perchè ha fatto quell'affermazione ironica e poi se la rideva pure, come nella foto che hai pubblicato nel tuo post!
Perchè tanto a loro il problema non li tocca.
Se un aumento delle tasse dovesse toccare anche loro, loro fanno presto a risolversi il problema: si danno un aumento!
Tanto sono loro i padroni della nave!
By marshall, at 1 ottobre 2006 alle ore 21:27
Elly,
e certo che lo sapeva!
E' un sornione di uno!
By marshall, at 1 ottobre 2006 alle ore 21:29
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