marshall

lunedì, maggio 20, 2013

La bufala dell'anno



Immagine puramente casuale, tratta dal sito Luxury Yacht
 
 
Avrei voluto scrivere "la bufala del secolo", tanto è grande la bufala, ma tant'è.
 
E' strano che a tutt'oggi non ne abbia ancora sentito parlare, eppure, quando fecero scoppiare il caso, mass media di ogni genere ci ricamarono sopra i più disparati fronzoli, e ce ne riempirono la testa per giorni e giorni. Ora, che si sarebbero accorti di aver preso un granchio enorme, gli stessi mass media tacciono nel più assordante dei silenzi. Ma forse stanno meditando sul come uscire dalla vicenda, limitando i danni, sia in termini d'immagine che di costi per querele che inevitabilmente gli piomberanno addosso. I mass media in questione sono rei d'aver diffuso bambescamente, troppo frettolosamente, e senza aver prima fatto le opportune verifiche del caso, una notizia che ora si starebbe rivelando come la bufala dell'anno.

Ed è un altro tabù che cade: quello della sinistra che sente di essere moralmente superiore a quelli di destra, ovvero ai berlusconiani. Infatti, dopo quanto si legge qui sotto, credo che quella notizia sia stata messa frettolosamente in circolazione da costoro. Tanta era la bramosia di rincorrere scoop ad ogni costo, non credevano ai propri occhi d'aver preso in castagna proprio il leader del loro "odiato" nemico, la Lega.

Ma sveliamo il mistero.

Il famoso yacht da 2,5 milioni di valore, che sarebbe stato pagato con i soldi della Lega, e rintracciato da un solerte giornalista, ancorato in un porto tunisino, non è di Bossi junior, ma di un suo amico, il romano Stefano Alessandri. Tra l'altro i due divennero amici quando Alessandri era già da tempo proprietario dello yacht, e quindi non è  nemmeno sospettabile di essere un eventuale prestanome di Bossi jr per la proprietà di quello yacht.

La notizia della bufala viene riferita da Il Giornale.it.

Concludendo, quando succedono di questi fatti, è fuori discussione che quei giornali e quelle televisioni, che per primi hanno riferito la notizia-bufala, perdono in credibilità agli occhi dei propri lettori e utenti. Poi, però, si lamentano se vendono sempre meno giornali o se si abbassano gli indici d'ascolto, venendo così a trovarsi costretti al taglio di testate, programmi, e quindi personale. Ma d'altronde, la frettolosità e la ricerca spasmodica di scoop, che facciano vendere più giornali, o facciano lievitare gli indici d'ascolto, a volte gioca di questi brutti scherzi.


 

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