marshall

giovedì, settembre 23, 2010

Le zecche del Medeghino

Nota
il post è il commento scritto per Josh, nel post Musso e il Medeghino .
Contiene notizie talmente interessanti per i collezionisti di monete, che ho pensato di tramutarlo in post. Esso va considerato come un abbozzo, ma le notizie in esso contenute, a proposito di monete, sono veritiere e perfette. Si accettano consigli da collezionisti per approfondire e/o migliorare il post (l'articolo).

..."a proposito di monete, il Medeghino aveva per così dire "ereditato" le due zecche - quella di Musso e quella di Mesocco (Svizzera) - dal precedente per così dire "proprietario", il maresciallo Trivulzio, che a sua volta aveva avuto "in dono" il piccolo/minuto regno dal re di Francia, per meriti di guerra. Costui, dotato di grande inventiva, aveva creato due distinte zecche, una in ciascuno dei due castelli (il castello di Mesocco che trovi su Google ti può dare una pallida idea di come doveva essere uno dei tre castelli di Musso. Sì perchè i castelli qui a Musso erano tre. Tutti rasi al suolo nel 1532 per paura che il De Medici vi sarebbe potuto tornare!)
Comunque, in quelle due zecche il Medeghino vi produsse monete in profusione, tante a seconda del bisogno di moneta circolante, per sostenere il "giro d'affari" dell'economia in continua crescita.
Nella zecca di Musso vi produsse 7 tipi di monete di taglio metallo e valore facciale diverso (in oro, lega oro argento, argento, e così via). Diventato marchese di Lecco, vi ereditò pure quella zecca, ed uno degli episodi legati agli assedi che ho ricordato nel post è avvenuto proprio a Lecco. In tale zecca vi produsse anche una moneta d'argento il cui unico esemplare conosciuto è entrato a far parte della collezione di Vittorio Emanuele III Re d'Italia (non gratis, perchè l'aveva pagata parecchio!)".

2 Comments:

  • Grazie per la dedica, leggo solo ora, in questi giorni sono stato molto preso.

    Bisogna ammettere che la politica monetaria del Medeghino era davvero originale:-) ma comunque attenta e consapevole.
    Il fatto principale era che fosse chiaramente 'moneta proprietaria' delle sue terre.
    Non come ora, unica e in fondo di nessuno...anzi no: l'euro è di proprietà di una certa banca, privata in fondo anche se ha fama di essere come una banca pubblica-di stato/superstato, il che è come dire che non è più una moneta locale, ed è in realtà per tutto il continente e oltre di un individuo solo (perchè si tratta di una banca privata e non di uno stato che batte moneta), il che rende tutti noi a lui debitori.

    L'altro fatto è l'idea che il Medeghino ne coniasse a seconda del bisogno, facendo attenzione ai mercati.
    Oggi invece abbiamo una moneta-carta straccia che da un momento all'altro può diventare come la pizza-de-fango-del Camerun senza capitale realmente versato.

    Hai scovato una figura realmente affascinante.

    By Anonymous Josh, at 28 settembre 2010 alle ore 16:46  

  • Josh,
    io l'ho trovato talmente affascinante che ho passato l'estate a cercare scritti e documenti che lo riguardassero. L'amico Sarc., ad esempio, mi ha fatto avere le fotocopie delle pagine della Storia universale del Cantù, dove si parla del Medeghino. E' stata una sorpresa per me, sapere che qualcun altro ne aveva parlato, oltre a quel mio Arrigoni.
    Però ti confesso una cosa, mentre ero sul lago, e vedevo il Sasso di Musso tutti i giorni, era come se fossi stato immerso in quella storia, mi sembrava di viverla. Ora che son lontano da quel posto, l'interesse che ho avuto mi va via via scemando.
    Molto interessante quel tuo spunto sulle monete e sulla moneta unica.

    Le monete che coniava durante i periodi d'assedio hanno un nome particolare che adesso mi sfugge.
    Lui ne garantiva la convertibilità, la sua gente si fidava di lui, e quelle monete circolavano senza problemi all'interno del regno. Finito l'assedio, invece di convertirle la gente se le teneva: sono quelle che hanno alimentato fin qui il mercato numismatico.
    In epoca moderna attuale c'è chi emula il Medeghino dei momenti d'assedio: il principato (non riconosciuto) di Seborga.
    Seborga è un paesino della Riviera di Ponente, vicino a Bordighera, che ha una moneta tutta sua (non riconosciuta), usata da tutti gli abitanti del posto per le transazioni interne. L'Euro non è riconosciuto e viene accettato in alternativa alla loro moneta: questa in primis, alla quale danno più valore, più peso, più importanza!

    By Blogger marshall, at 28 settembre 2010 alle ore 22:05  

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