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venerdì, ottobre 21, 2011

Cultura finanziaria 7

Dal sito di Morningstar: Risparmi, Investimenti, Pensioni.
Autore: Marco Caprotti - Redattore di Morningstar in Italia
20-10-2011
La crisi cambia l'Europa. Grazie al mercato
Le obbligazioni stanno costringendo i paesi e le banche del Vecchio continente a trasformarsi. E a rivedere le strategie di investimento
La crisi europea del debito si porta dietro due opportunità: ridisegnare lo scenario politico-fiscale del Vecchio continente e aprire nuove possibilità di investimento. Merito anche dei mercati, che stanno tenendo sulla graticola gli stati e le banche, costringendoli a scelte che mai prima avrebbero immaginato di prendere.
Il palco è dei bond
Un esempio di questa pressione è la Grecia, un paese che sarebbe già a gambe all’aria se non fosse per i continui interventi (che qualcuno chiama accanimento terapeutico) di Ue, Banca centrale europea e Fmi (Fondo monetario internazionale). “E’ interessante notare che l’attore principale nel dramma ellenico è il mercato obbligazionario”, spiega uno studio di Merck Investments, società di consulenza sugli investimenti valutari e sugli scenari macroeconomici. “In generale, sembra che oggi l’unico linguaggio comprensibile per il mondo politico sia proprio quello dei bond. In questo senso sono stupefacenti i progressi che sono stati fatti e i cambiamenti che sono arrivati. L’Italia, dall’inizio di quest’anno ha studiato tre riforme economiche. La Spagna, nelle elezioni che si terranno a inizio novembre, probabilmente vedrà salire al potere l’attuale opposizione. E i mercati sono curiosi di vedere quali saranno le sue ricette anticrisi. In Germania i partiti minori della coalizione di maggioranza potrebbero far collassare il governo. In questo caso vale la pena sottolineare che i maggiori partiti di opposizione sono a favore degli Eurobond (per un approfondimento clicca qui) e del salvataggio della Grecia. Due progetti che calmerebbero il mercato obbligazionario”.

In scena banche e volatilità
Un discorso simile vale per le banche che, quando si tratta di effettuare cambiamenti ed essere più trasparenti, spesso si trincerano dietro le normative nazionali dimenticando quelle comunitarie. Un atteggiamento che, secondo gli operatori, una volta di più dimostra la necessità della creazione di un’authority paneuropea con reali poteri sugli istituti di credito. Anche in questo caso, però il mercato non ha aspettato la politica e, facendo partire massicce vendite sui titoli finanziari, ha costretto l’Europa a fare gli stress test per capire quanto debito a rischio fosse presente nelle casseforti delle banche. Poi sono arrivati i governi con le discussioni (peraltro ancora in corso) sul salvataggio degli istituti più a rischio (per un approfondimento clicca qui e qui).
In mezzo a questo quadro gli operatori hanno dovuto fare i conti con un forte aumento della volatilità. Una manna per gli investitori più forti che sono capaci di guadagnare anche con i movimenti al ribasso dei mercati. “Si tratta di pura speculazione su azioni, oro, franco svizzero ed euro”, spiga lo studio di Merck Investment. “Quando annusano una situazione di rischio questi investitori si lanciano, facendo aumentare la volatilità e causando violente correzioni. Questa situazione costringe il resto del mercato a cambiare strategia e, di solito, crea buone occasioni per i contrarian che hanno visioni di più lungo periodo e rifuggono da operazioni mordi-e-fuggi”.


 

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