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sabato, ottobre 18, 2008

Gli sketches esilaranti alla Iannuzzi

(Scusate l'inglesismo, ma non trovo la corrispondente ed esatta parola italiana che me ne faccia esprimere appieno il significato. Sketch, ovvero scherzo, ma con qualcosa in più).

Ieri sera, per un imprevisto contrattempo, mi sono perso le battute sagaci di Vittorio Feltri, che ha ripreso, su Odeon Tv - andato in onda alle 20,30 -, lo spassoso e nel contempo intelligente programma Pensieri & Bamba. Mi sono rifatto della perdita, in modo casuale, sintonizzandomi dopo le 23,30 (ma il programma era iniziato alle 23,05) su Rai2. Gianfranco Iannuzzi stava recidando uno dei suoi classici soliloqui: mi disposi ad ascoltarlo. Erano una serie di monologhi, ben fatti, e molto ben recitati (a parte qualche momento in cui egli stesso non resisteva alla sua stessa battuta, e rideva lievemente trascinato dal pubblico, andato in visibilio), incentrato sulle diversità Nord e Sud Italia, siano esse del modo di vivere, di parlare, di comportarsi, di socializzare, di comunicare. Sono stato avvinto dalle sue prime battute (prime per me, che mi sono collegato a mezz'ora dall'inizio) e così ho fatto le ore piccole, per ascoltarlo fin quasi verso la fine (chissà perchè i bei programmi li fanno dopo mezzanotte).

Mi è piaciuto assai il suo modo esilarante di far teatro. Esilarante, ma serio nel contempo. Mai uno sconcio, una battuta volgare, una presa di mira diretta verso chicchesia (è riuscito perfino a farmi accettare volentieri, e farmici ridere sopra, sulle battute rivolte in modo quasi diretto, e indiretto, verso Lega, Padani, Milanesi). Sempre nel generico, nel vago, nel "mucchio" alla ricerca e puntualizzazione dei mille difetti, smagliature, tic, abitudini, di cui è sommersa l'Italia.

Se l'Italia avesse uno stuolo di attori bravi, bravi e preparati, bravi (e "utilizzati", non lasciati nel dimenticatoio) come Gianfranco Iannuzzi, l'Italia sarebbe indubbiamente migliore. Migliore e anche più unita perchè Iannuzzi col suo modo di far teatro, fa emergere in maniera piacevole, e molto soft, quelli che sono i "vizi" degli italiani. E lui, col suo modo di denunciarli, renderli pubblici in maniera allegra, contribuisce senzaltro a far sì che vengano lentamente estirpati, perchè chi si vede raffigurato in quelle macchiette, penso che col tempo, se non è propriamente uno stupido, si vorrà correggere.

Penso così alle macchiette cui ho assistito in questi giorni, sugli scioperi e i cortei per la scuola. Vere macchiette da portare in teatro. E se io fossi un attore alla Iannuzzi, studierei uno sketch che, senza offendere nessuno, metta in risalto la stupidità di coloro che hanno inscenato e partecipato a quei cortei.

Aggiornamento del 19 ottobre 2008, sulla scuola italiana; vale anche per Iannuzzi, per comporci una scenetta: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=299129


 

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