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domenica, marzo 26, 2006

Il Saggio della Montagna

In una località piacentina, nei pressi dei monti Aserei, vive il grande “Saggio” della montagna. Ha quasi novant’anni, ma è ancora fresco, puro, limpido come lo conobbi anni fa. Ancora adesso, nella bella stagione, con la sua tenda in spalla, raggiunge la vetta e lì si ritira in contemplazione e meditazione.
L’altro giorno, prima del ritiro, mi sono fatto accompagnare da Lui e l’ho poi interrogato anche sulla situazione italiana.
Ha detto:
“Il sentimento umano dell’invidia, in taluni individui è molto più forte. Essi, nemmeno se ne accorgono perché il loro animo ne è talmente permeato da farglielo percepire come uno stato di normalità. E, in funzione di questo stato, agiscono.
Impegnano la loro vita, il loro tempo, le loro energie, quasi esclusivamente alla ricerca del male degli altri, che essi sanno esistente in ognuno di noi - con lo spirito dei segugi - anziché dedicarsi alle opere di bene o a quelle per le quali sono veramente stati deputati.
E così essi, prede di questo sentimento, vedono il male anche dove non c’è e anche dove il male in realtà è bene.
Venendo a noi.
L’Italia è vicina ad un precipizio perché, in questo momento, tra le due parti, esiste solo uno stato di lotta strisciante, di all’erta continua. E le energie migliori vengono spese per questo scopo. E nulla in ogni caso cambierà anche con le elezioni perché questa lotta, tra di loro, continuerà inevitabilmente anche dopo. E, quel che è peggio, ora, potrebbe degenerare anche in violenze e poi in violenze generate dagli insani sentimenti della vendetta.
Devono darsi una tregua, devono pacificare gli animi. Devono mettersi “d’amore” e d’accordo almeno su qualche punto.
Se questo avverrà, l’Italia ce la farà anche questa volta”.

Questo è il sunto di quanto ci ha detto.
E, rincuorati dal suo messaggio di commiato, ci siamo allontanati con un filo di speranza.


 

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