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domenica, febbraio 03, 2013

Quando Siena aveva un'anima

In questi giorni si sente molto parlare del Monte dei Paschi di Siena, ma poco o niente si sente parlare della sua città, della sua storia e della sua gente. Ci ha pensato Antonio Socci, con la news La mia bellissima Siena alla ricerca della sua anima, pubblicata da Libero il 27 gennaio 2013. La news si riallaccia alla questione dei derivati, che anche il Monte dei Paschi aveva sottoscritto.
 
La questione dei derivati è tra l'altro descritta molto bene nel libro/saggio di Giulio Tremonti Uscita di sicurezza.

Derivati, una  mina vagante, una bomba ad orologeria ad elevato potenziale dirompente, in grado di provocare un cataclisma a livello planetario, di mano in mano che essi giungeranno a scadenza. Nel libro Giulio Tremonti ne indicherà poi anche la via d'uscita, che in fondo, e con ogni probabilità, sarà molto simile a quella indicata da Socci nella news per la sua città di Siena. Dei tempi in cui i senesi si affidavano alla Madonna, e il Monte di Pietà, il loro Monte di Pietà era il vero Monte di Pietà, quello che avevano inventato loro frati alla fine del Quattrocento, e che fu poi copiato da tutto il resto del mondo.

Quando Siena aveva inventato il Monte, e tale si era mantenuta fino all'immediato dopoguerra, i senesi erano considerati italiani di alto rango, perchè la città aveva avuto un'anima.  


 

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