marshall

lunedì, giugno 10, 2013

La contraddizione dell'Europa


Ormai che l'Europa è misura di tutto, ad ogni osservatore più attento non può sfuggire il livellamento verso il basso delle scelte operate e la mancanza di un progetto comune, non solo nell'attuazione di politiche unitarie, ma nell'identificazione di scelte opportune.
L'Europa è avvertita oggi con fastidio dal cittadino, lontana e impegnata in discussioni che rimangono nella inutile sfera di una "palestra" verbale, e per di più limitata, se si pensa che ogni gruppo politico per assegnare il tempo di parola, deve limitare ai 2 minuti di tempo massimo ogni intervento, per soddisfare le richieste delle varie delegazioni e non accendere focolai di insoddisfazione già nel suo interno.
Paradossalmente sono i gruppi minori, proprio perché costretti ad esprimere un solo oratore, alla fine quelli che riescono ad esprimere una posizione unitaria e non contraddittoria nella serie infinita degli interventi in Aula, che non servono proprio a niente.
Ogni mese, con una puntualità stabilita già l'anno precedente con una discussione tra i gruppi che appare una discussione semplice, senza contrasti - ma che poi necessita dell'intervento del Presidente del Parlamento europeo (oggi lo statista Schultz..) per definire se in tale mese si dovrà iniziare il lunedì 4 o quello successivo - questa Assemblea che ogni cinque anni gli europei sono chiamati a rinnovare per eleggere i rappresentanti del proprio Paese, si sposta armi e bagagli verso Strasburgo, capitale dell'Alsazia con un dispendio di fondi calcolato in centinaia di milioni di euro, e questo mentre il Consiglio riduce pensioni e modifica pesantemente gli organigrammi funzionali.
A Bruxelles per tutto il mese, con la pausa delle missioni interne ai gruppi o alla definizione delle relazioni da presentare in Aula, ad ogni vigilia di Plenaria, si scatena, da parte delle "maestranze", una vera e propria lotta per essere inseriti nell'organigramma di Strasburgo, decisione che porta qualche soldino in più, che non fa male (oltre 1000 euro per un'attività lavorativa che inizia alle 17.30 del lunedì e si conclude alle ore 13 del giovedì successivo con fuga precipitosa sulle auto di servizio, ove disponibili, o sul treno gentilmente e a prezzo stracciato messo a disposizione dalle ferrovie francesi e belga.
Nel frammezzo ci sono cene e pranzi offerti - pantagrueliche le abbuffate di asparagi offerte dal municipio di Strasburgo ai poveri rappresentanti del PE - attività umane nell'uranio dell'Europa inarrivabile.
Però resta un quadro deleterio quello che ci offre l'Europa, dietro le quinte, ma ancora pi' tragico quello che traspare dall'attualità cosiddetta politica.
Per fortuna noi italiani siamo favoriti da una pattuglia di europarlamentari, sono 79, che difendono l'Italia in ogni occasione, suscitando anche l'ammirazione dei 4 deputati lussemburghesi presenti nell'Assemblea, o dei 5 ciprioti o maltesi ! Eurodeputati che nessuno in Italia conosce, che non si sa cosa facciano, tranne che guadagnare un lauto stipendio a cui si aggiungono indennità varie, facilitazioni di viaggio, spese di diaria giornaliere, fondi per segretarie e assistenti , guarentigie che "obbligano" praticamente chi assapora queste delizie di Europa a fare carte false pur di ritornarci.
Da considerare anche che l'impegno si esplica per 5 anni, al sicuro da crisi di governo (che non esiste) o da antipatie di partito, e che consente di accumulare un discreto saldo pensionistico. Ora non vogliamo sparare sul morto, ma vorremmo capire cosa ci fanno in europa De Mita o Mastella, Angelilli o Bonsignore, Salvini o Borghezio, ma pure Fidanza, La Via, Bonsignore, Sonia Alfano, Serracchiani, Sassoli, Comi o Renzulli, e in che modo abbiano mai salvaguardato gli interessi nazionali...
Però, dicevamo, l'Europa nel suo insieme appare distante e solo serbatoio di lobbies e interessi particolari, sempre sulle spalle del cittadino.
Quest'anno poi assisteremo ad un altro allargamento, e sono 28 proprio con la Croazia, a cui non abbiamo chiesto nemmeno riparazione ai danni di guerra e agli espropri subiti violentemente dalla comunità italiana, a proposito della vigilanza dei nostri rappresentanti, mentre si delineano le candidature di Albania, Serbia con la Turchia sempre in attesa, per riempire il calderone informale della babele europea, dello Stato federale che ha ucciso la sovranità degli Stati nazione.
Una grande Europa politica? ma no! Solo una più vasta area di libero scambio dove già circolano liberamente merci, capitali e persone, ma anche emigrati clandestini, droga, merci contraffatte, criminalità in genere, non ultima quella bancaria, sempre sotto la vigilanza dei nostri rappresentanti, e questo nel momento in cui si sogna l'Europa politica e Paesi recentemente ammessi, come la Bulgaria, dimostrano la loro passione per l'Unione europea votando solo al 37% degli aventi diritto, in occasione delle ultime europee.
Povera Europa, oggi che può vantare i nostri nominati istituzionali alle politiche estere e a quelle comunitarie nella persona di Emma Bonino - 02% di suffragi erosi dalle marce della fame di Giacinto Pannella detto Marco e dalle pratiche abortiste documentate da Youtube, il tutto sotto l'egida protettiva del Mahatma Gandhi, pacifista e diverso, ma non è un'offesa.. - .e Moavero Milanesi, suo degno capogabinetto ai tempi dello scandalo Echo, il settore cooperazione di cui era commissaria responsabile proprio la Emma nazionale, oggi riconfermato per chissà quali meriti (familiari? fondazione della Bocconi?) ministro per gli affari europei...


Da L'Altra Sicilia.org

autore Francesco Paolo Catania

venerdì, giugno 07, 2013

I Trafficoni trafficanti


Alla creazione di quel monumento di cui ho parlato l'altro ieri, aggiungerei la figura di Sammy Varin che, con Giulio Cainarca, a Radio Padania tra oggi ieri e l'altro ieri hanno dato vita alle voci di Consorte, Ricucci, La Torre, Fassino, D'Alema ed altri, intercettati dalla magistratura nel luglio 2005 in merito alla vicenda della scalata di Unipol alla BNL.
Dalle telefonate è emerso un quadro di loschi trafficoni, altro che anime belle e candide! Personaggi con palmi di pelo sullo stomaco! Gente che non dovrebbe stare neanche un istante di più nella politica.
Insomma, una bella banda di trafficoni trafficanti, altro che anime pure e belle.
 
Altro che "spettatori della vicenda", come vengono descritti dai magistrati nel corso del processo contro Berlusconi, quello relativo alla ormai famosa telefonata. 
Dalle telefonate emerge invece in maniera chiara ed inequivocabile che gli intercettati hanno agito in barba alla Legge, in barba ai mercati, e quindi in barba al risparmio che dovrebbe invece essere tutelato dalla legge (e quindi in maggior misura da politici che la rappresentano), e il tutto a norma della Costituzione. Ma, a quanto pare, la Costituzione viene invocata dai suddetti personaggi solo quando fa il loro interesse.

mercoledì, giugno 05, 2013

Ecco perchè non starò mai con questa sinistra

Cari sinistrorsi, dalla vicenda che segue - a proposito del vostro sentirvi moralmente superiori - non avete nulla, ma proprio nulla di cui sentirvi orgogliosi.
 
Andrebbe fatto un monumento a Giulio Cainarca di Radio Padania: tra oggi e domani (quella di oggi si può riascoltare in replica questa sera - cercando le frequenza della Radio per la vostra zona)scandaglierà la vicenda Unipol-BNL (quella della famosa telefonata "abbiamo una banca") mettendo a fuoco le responsabilità dei vari leader DS coinvolti nella vicenda. Oggi è stato il turno dei giri di telefonate intercettate nel 2005 dalla magistratura, e diventate di dominio pubblico. Ho perso il filo della prima telefonata, avvenuta tra Fassino e ...? (quella per la quale la giudice Clementina Forleo era stata redarguita dai vertici superiori, per aver creato turbative con le sue rivelazioni (pensate un pò, in qualità di magistrata aveva diffuso i retroscena di porcherie, e per questo era stata ripresa e punita. Infatti, a seguito della nota vicenda era stata trasferita a Cremona), ma sulla seconda telefonata ho tenuto le antenne delle orecchie ben drizzate, ed ho appurarato che si trattava di una telefonata tra Conforte e Nicola La Torre (che nella telefonata viene spesso chiamato Nicò). Da questa e dalla prima telefonata appaiono chiaramente le "porcherie" di cui si sono resi responsabili quelle belle anime dei vertici DS: aggiotaggio ed insider trading, in primo luogo, reati dei quali Fassino, D'Alema, La Torre, Consorte, stando a quel che si dicono al telefono, ne erano ben consapevoli. E per uno che si occupa da anni di vicende borsistiche, sà benissimo come sono deleteri per i mercati i reati di aggiotaggio e insider trading di cui si sono resi responsabili i personaggi citati nel post. Le porcherie di cui sopra scoraggiano i risparmiatori, li tengono lontani dalla borsa, percepita come una bisca o tuttalpiù un casinò.
 
Poi, però, vanno a condannare Berlusconi per non avere a suo tempo impedito (e come avrebbe potuto?) la pubblicazione della telefonata intercettata a Fassino.
 
E se queste non sono porcherie, quali altre lo sarebbero???
 

lunedì, giugno 03, 2013

Obbligazioni a rischio

Da quanto sotto ce ne sarebbe abbastanza per sconsigliare gli investimenti in titoli obbligazionari. Obbligazioni in generale, alle quali - per ragioni che non sto qui a scandagliare - sarebbero da preferire perfino le azioni, ed azioni, notate bene, anche di aziende decotte, prossime al fallimento, purchè posseggano macchinari non ancora obsoleti. Esaminando bene la questione dipanata qui sotto, messa a fuoco dal Sole 24 Ore, anche un profano sarebbe in grado di valutare il rischio che oggi si potrebbe correre investendo in obbligazioni. Detta in parole povere, la questione andrebbe vista come di colui che s'arrischia a mettere soldi in un pozzo senza fondo, e questi, prima o poi, gli verranno risucchiati nel vortice di qualche inevitabile sommovimento. Conclusione: vivere la vita con filosofia, e chi ha orecchie per intendere, intenda. Ovviamente, quanto sopra perderebbe di efficacia qualora la Politica procedesse finalmente alla radicale modifica della famosa architettura dello Stato, altrimenti non ce ne sarà più per nessuno, nemmeno per quelli che adesso sono dalla parte degli spreconi.
 
Dal sole 24 ore
Camera e Senato costano ancora 1,5 miliardi l'anno: dal barbiere al commesso ecco tutte le voci di spesa
Se per i partiti si è avviata, pur a tappe e con grande lentezza, la cura dimagrante, per i costi degli organi costituzionali siamo ancora all'anno zero. In particolare per i costi sopportati dai contribuenti per il funzionamento della Camera e del Senato. Nel 2012 il Parlamento nel suo insieme è costato al bilancio dello Stato la bellezza di 1,5 miliardi di euro. L'0,1% del Pil se ne è andato per funzionare le due assemblee legislative. Un costo enorme: basti pensare che a ogni tornata elettorale i partiti incassano tutti insieme sui 150 milioni di euro. Ebbene un anno di Parlamento costa dieci volte il conto dei partiti. Eppure qualcosa ora sta cambiando: i due presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso appena insediati si sono tagliati lo stipendio del 30 per cento. E la Camera già dall'inizio di questa legislatura è intervenuta con tagli sulle cariche interne dei deputati e sui contributi finanziari ai gruppi parlamentari per 8,5 milioni di euro. Ma quegli 8,5 milioni su un costo per lo Stato di 992 milioni sono poco meno dell'1 per cento. Una goccia nel mare.
La rivoluzione dei risparmi? Vale solo il 5 per cento
Dal 2013, per effetto delle misure adottate in precedenza, il taglio della dotazione dello Stato alla Camera sarà consistente: per la prima volta il finanziamento che versa lo Stato scenderà da 992 milioni a 943 milioni. Un rispamio secco del 5 per cento. Basta questo per parlare di rivoluzione copernica per i costi della politica? Assolutamente no. Le misure sono flebili, hanno quasi un valore meramente simbolico. Perché Camera e Senato continuano, a dispetto del baratro su cui è affacciato il Paese, a costare tanto, troppo e in modo ingiustificato. Più di uno studio dimostra che il nostro Parlamento costa il doppio rispetto alle assemblee dei nostri partner europei. Eppure l'efficienza del legislatore italiano non è certo migliore di quello dei francesi o inglesi.
Spese folli per i dipendenti i deputati (e gli ex)
Già ma a cosa serve il quasi miliardo iniettato ogni anno nel bilancio della Camera? Se ne va quasi tutto per pagare gli stipendi e pensioni dei 1.500 dipendenti e dei 630 parlamentari. Solo le retribuzioni del personale della Camera valgono 238 milioni. Il che vuol dire che ciascun addetto alla Camera, dal barbiere, all'autista, al commesso fino al segretario generale ha uno stipendio medio annuo lordo di oltre 150mila euro. Diecimila euro al mese per 15 mesi. Nessuna impresa privata o pubblica al mondo può permettersi di pagare ogni dipendente una cifra così alta. Ma tant'è, tanto paga Pantalone. E se agli stipendi si sommano i contributi il costo è di 287 milioni. Ma ci sono anche le pensioni degli ex-dipendenti. Pensioni d'oro che costano altri 216 milioni. E così pagare il personale vecchio e nuovo costa la bellezza di 500 milioni di euro, la metà del contributo statale alla Camera. L'altra metà è più o meno di appannaggio dei deputati in carica e degli ex. Tra indennità e pensioni, per pagare i deputati la Camera spende 300 milioni. E così, del miliardo che lo Stato mette a disposizione ogni anno, 800 milioni servono solo a pagare stipendi e pensioni (d'oro entrambe a deputati e dipendenti). Al Senato, che è costato allo Stato 505 milioni nel 2012, pagare indennità, stipendi e pensioni ai dipendenti (circa 800 persone) e a senatori ed ex senatori si porta via circa 480 milioni. Ora la manovra di risparmio dovrebbe, per i prossimi anni, portare a una minor richiesta di soldi allo Stato per 76 milioni di euro. Sembrano tanti, ma è solo una correzione sui largheggiamenti del passato. Basti pensare che nel 2001 il Senato costava allo Stato "solo" 350 milioni. Nel 2011 si è arrivati a 526 milioni. Un aumento del 50% dei costi in dieci anni, mentre nel Paese il Pil languiva.
La casta dei dipendenti Quei 287 milioni che valgono i 1.500 dipendenti della Camera sono uno spregio a qualsiasi normale lavoratore. Sarà il prestigio dell'incarico, sarà il luogo deputato per eccellenza a dare l'immagine del Paese. Ma quell'immagine è strabica. Come è possibile che un neo-assunto documentarista guadagni netti al mese 1.900 euro e che un consigliere parta da 2.900 euro al primo giorno di lavoro? Retribuzioni che iniziano a galoppare fin dal pirmo giorno in modo inarrestabile: un consigliere parlamentare arriva a fine carriera a 350mila euro lordi annui; un documentarista a 237mila euro lordi annui; un commesso a 133mila euro; idem per un barbiere, un operaio, un autista e così via. Una smacco, una sberla plateale a quei milioni di lavoratori che faticano ad arrivare a 20-30 mila euro lordi annui. Ecco perchè la rivoluzione sui costi della politica deve davvero ancora incominciare.

domenica, giugno 02, 2013

Sequestrate case abusive a Orta d'Atella

Stemma di Orta d'Atella

2 Giugno, festa della Repubblica, a simboleggiare l'Unità d'Italia. E non è certo una bella notizia da festeggiare per l'Unità d'Italia, quella riportata dal Fatto Quotidiano del 30 maggio scorso. E, per inciso, scommetto che se ci fosse stato di mezzo il PDL, a quest'ora la notizia sarebbe stata di dominio pubblico, trasmessa su tutti i giornali, le radio e le televisioni, e invece, ... e invece nell'articolo appare il nome DS. Sarà quindi per questo che della notizia, pur essendo stata di giorni fa, non è stato fatto quel frastuono che un normale cittadino si sarebbe potuto aspettare? E così, io personalmente, ne sono venuto a conoscenza solo oggi, casualmente, e grazie alla replica del programma di giovedì 30 maggio 2013 di Radio Padania: 1400 appartamenti sequestrati, in un paese di circa 20-25.000 abitanti, non è certo una bazzecola.
 
Ma veniamo al fatto. 
 
A Orta d'Atella, comune della provincia di Caserta di circa 25.000 abitanti, con circa 67 dipendenti comunali, i carabinieri hanno sequestrato 1444 unità immobiliari, ponendo i sigilli ad 8 fabbricati nuovi appena ultimati. Il tutto, abusivo, a quanto pare. La mattina di giovedì scorso, come ho potuto appurare dalla replica della trasmissione di Radio Padania, Matteo Salvini e il conduttore Pansa hanno cercato di contattare il sindaco o, a quel punto, data la sua irreperibilità, qualcuno a caso di quei 67 dipendenti, per avere delucidazioni in merito alla notizia, ma invano. L'unico a rispondere, dopo lunga attesa, e peraltro avendo risposto solo a qualche domanda di rito, è stato il centralinista.

Notizia correlata: Il Fatto Quotidiano


 

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