marshall

domenica, novembre 30, 2008

Commemorazioni

Finalmente ce l'ho fatta.
In un suo recente post, Sarcastycon parla di una sua chiesetta preferita dove ha assistito ad una messa in latino, declamandone la bellezza del rito. Era stato durante la lettura di quel post, che mi era nato il desiderio di riassistere dal vivo ad una santa messa. E ieri ce l'ho fatta. A dire il vero, nel frattempo avevo già assistito ad una messa dal vivo, là a Ventimiglia, l'agosto trascorso, prima dell'incidente che mi costrinse a stare relegato in quella casa quasi rivierasca. E anche in quella chiesa c'è comunque una barriera architettonica che ne impedisce l'accesso in completa autonomia. Qui da me, invece, la difficoltà sarebbe ancora maggiore. Un'ampia gradinata, formata da cinque elevati scalini, senza corrimano laterali (che non c'erano fino a tre o quattro anni fa, e ora ci sono), me ne impediva l'accesso senza dover creare trambusto. Lateralmente c'è un accesso con gradini e ringhiera, ma è adatto solo a persone abili.
Ieri c'è stata una ricorrenza importante, durante la messa prefestiva, alla quale non potevo assolutamente mancare. La parte giovane della mia equipe, facendo "accurate" ricerche, ha scoperto un accesso a scivolo, posteriore alla chiesa, prendendo il quale e passando poi attraverso la sagrestia si può accedere alla chiesa, di fianco all'altare. Grande scoperta! Alla quale i miei prodi avrebbero potuto arrivare anche prima. Eh! ci voleva proprio la commemorazione dedicata a loro, per farli smuovere! Che tra l'altro, la funzione commemorativa è avvenuta sotto una pioggia scrosciante. E se vale anche per noi il detto delle spose, "sposa bagnata, sposa fortunata", sarà stata senzaltro di buon auspicio.
Ricordo ancora l'ultima volta che c'entrai, prima di ieri, nella mia chiesa.
Era la prima domenica dell'ottobre 2000, e la malattia non mi era ancora stata acccertata al centopercento; mancavano ancora la risonanaza magnetica e poi l'esame del liquor, per esserne matematicamente certi: fino ad allora poteva anche essere dell'altro.
Da casa alla chiesa ci sono meno di quattrocento metri, eppure feci una fatica tremenda a percorrerli, e quasi tragico divenne poi lo scalare quei cinque gradini senza alcun appiglio. Fu quasi un'impresa epica, alla Indiana Jones, ma per fortuna c'erano le braccia robuste di colei che mi fa compagnia da alcuni lustri.
Ma il peggio fu l'uscita di chiesa. Perchè se per salire devi avere la forza di fare le scale, in discesa devi stare molto attento a non ruzzolare, e, se non hai appigli forti, è molto facile che ciò avvenga. Non sto quindi a descrivere come avvenne la discesa e il ritorno a casa, anche perchè all'epoca non avevo ancora nessun ausilio per deambulare: avevo marciato fino a qualche anno prima. Ad ogni modo, da quel giorno decidemmo di non ripetere più quell'esperienza.

Ora, sta lentamente ricambiando tutto, da quando ho deciso di abbandonarmi alle braccia della tecnologia.

E così ho riscoperto quanto è bella la vita e ora...anche la mia chiesa. Da quando poi ho scoperto che essa è stata visitata, e forse più volte (lo dovrò accertare), da San Carlo, del quale ho letto la vita, l'apprezzo e la amo ancor di più, perchè ne ho una maggior cognizione. E a questo hanno contribuito, e le rendo grazie, le ricerche su internet e la navigazione tra i blog. Tutto questo, però, mi è stato reso possibile solo grazie alla malattia, la cui immobilità mi ha dato modo di dedicarmi a ben altro: alle materie spirituali. "Grazie" SM.

sabato, novembre 29, 2008

Il caso Zaleski in pillole

Il caso Zaleski insegna che le azioni si debbono acquistare con i soldi, soldi veri, e non con denaro preso in prestito dalle banche. Queste, per assecondare le mire espansionistiche del "finanziere d'assalto del momento", e sperando di lucrare a loro volta buoni affari anche per se stesse, prestano quei soldi (che hanno in deposito fiduciario dalla propria clientela) tenendo in pegno le azioni acquistate con quei soldi. Un giro assai vizioso e molto pericoloso per entrambe i soggetti in pista. E' bastato infatti il tonfo delle borse, che il finanziere si sia trovato con le spalle al muro e le banche erogatrici dei prestiti si trovino ora con i cerini accesi in mano. A fronte di 5,4 miliardi di euro di finanziamenti erogati, ora a quelle banche non restano che valori per 2,9 miliardi di garanzie. La differenza di 2,5 miliardi di euro sarà perdita secca per loro, se il corso delle azioni che hanno in pegno non risalirà velocemente ai prezzi di carico. Sarà quindi crac annunciato per il finanziere e buco in bilancio per le banche erogatrici, perchè non penso che quelle banche trovino ora sul mercato chi si sostituisca al Zaleski. Nè tanto meno i piccoli risparmiatori faranno la fila per acquistare le azioni dello stesso, che verranno poste in vendita. Questi, ne hanno abbastanza di prendere bastonate!
Casi come questo se ne possono trovare a iosa nella storia ultracentenaria della borsa italiana, ma di ingenui furbetti se ne trovano purtroppo sempre! Purtroppo perchè poi ad andarci veramente di mezzo saranno quelli che da tutte queste vicende non avranno tratto alcun beneficio. Anzi, avranno subìto solo perdite e bastonate sui denti. Zaleski, nulla aveva e nulla avrà, e a perderci saranno solo quelli che in quelle banche (e in quei titoli azionari) ci hanno messo soldi veri.

venerdì, novembre 28, 2008

Al Presidente Berlusconi e al Ministro Tremonti

Mi permetto parlarVi del caso SARAS.
A me pare che, per uscire dalle secche della grave crisi economico finanziaria, in cui si stanno dibattendo i governi di tutto il mondo, non bastino i provvedimenti presi oggi in sede nazionale, ma ci voglia anche dell'altro, che potrebbe essere - ed è - far tornare la fiducia dei piccoli investitori nell'istituzione della borsa. Se non verranno prese misure in quella direzione, l'uscita dalla crisi avverrà in tempi assai più lunghi del previsto. Com'è pensabile, infatti, che il caso Zaleski sia risolvibile in breve tempo, senza l'intervento anche dei piccoli risparmiatori che ne acquistino le azioni di sua proprietà, detenute in pegno dalle banche? Per il riavvicinamento alla borsa, da parte dei piccoli risparmiatori, occorre ricostituire la fiducia nei mercati.
Il caso SARAS è assai singolare e si basa proprio sulla questione della fiducia tradita.
Collocate nell'estate di due anni fa a 6 euro, dopo una fiammata effimera durata i due o tre giorni immediatamente successivi al loro collocamento, le azioni SARAS hanno cominciato a scendere fino agli attuali poco più che 2,8 euro, dopo aver toccato anche punte minime sotto i 2,5 euro.
Eppure, articoloni usciti sui maggiori quotidiani, parlavano molto bene del titolo, fino a caldeggiarne e consigliarne l'acquisto, perchè - dicevano - sottostimato rispetto al suo vero valore intrinseco, che era - dicevano - ben superiore ai 6 euro del collocamento. Insomma, facevano intendere molto chiaramente che quel titolo era da sottoscrivere, da comprare, perchè era un vero affare.

Oggi, mi sono stupito nel leggere il report sulla stessa SARAS, fatto da analoghe istituzioni del mondo finanziario. Un report che pubblico qui in corsivo. (Come al solito, è desunto dal sito dei clienti di Fineco Bank, che prego gentilmente di comunicarmi il loro eventuale diniego alla sua pubblicazione). Il report è di ieri sera.

SARAS è in calo in chiusura del 7,4% a 2,98 euro in Borsa, dopo il taglio della raccomandazione da parte degli analisti di Goldman Sachs.
Secondo il broker, la società ha sovraperformato il settore dei raffinatori grazie alla sua solidità finanziaria, ma ora tutto il comparto si sta deteriorando.
Su base prettamente valutativa, Goldman Sachs si attende ora che Saras sottoperformi i suoi competitor è ha deciso di declassare il titolo a sell da neutral, lasciando però invariate stime e target price a 2,2 euro.
Le azioni sono state inserite nella sell list del broker.
Il prezzo obiettivo ? spiega il broker ? è del 31% al di sotto delle attuali valutazioni e il titolo tratta a premio del 35% sul settore raffinazione.

Quindi, a buon intenditor poche parole.
Quel che "rompe", in tutta questa vicenda, è il fatto che le autorità preposte hanno riconosciuto che, in fase di collocamento del titolo in borsa, i dati di bilancio di SARAS erano stati opportunamente gonfiati, allo scopo di collocarne le azioni ad un prezzo superiore al loro effettivo valore. Dunque, truffa ai danni dei piccoli azionisti, tra i quali c'è anche il mio amico Alberto, che le ha sottoscritte in fase di collocamento, che le detiene tuttora e non si dà pace per la beffa, l'eventuale truffa e il danno economico subiti.

Signor Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, bisogna ridare affidabilità ai mercati, se si vuole l'aiuto da parte del mercato dei risparmi, per risolvere la crisi. Per far ciò, bisogna risolvere queste questioni dolorose aperte. E poichè, come detto, le autorità preposte hanno riconosciuto il dolo in questa vicenda, bisogna costringere coloro che hanno incassato i soldi dal collocamento delle azioni SARAS a restituire il denaro riprendendosi le azioni.

Sarebbe un provvedimento senza precedenti, in Italia, che ridarebbe fiducia e tono nella borsa nazionale, e a Lei darebbe un lustro perenne.

Il secondo della classe

Prima della cerimonia di proclamazione del Premio Bamba odierno, che assorbirà gran parte del mio tempo libero, voglio concludere il discorso sui primi della classe, dedicandomi questa volta al secondo. Non è che del primo abbia esaurito la descrizione di tutte le sue performance di quella serata, ce ne sarebbe ancora una, ma evito di scriverla per non dovergli attribuire un'ulteriore "prodezza", che farebbe aumentare di assai molto la sua già indiscussa leadership. Comunque, chi avesse curiosità di conoscerla, basta si riveda la puntata di Ballarò dell'altra sera.
Dunque, andiamo al secondo più bravo della classe.
Se non erro, in quella puntata di Ballarò si sarebbe dovuto dibattere e discutere della crisi che sta attanagliando il mondo intero e del cosa dovrebbe o potrebbe fare l'Italia per cercare di venirne a capo di qualcosa. Invece di parlare di questi argomenti, Francesco Rutelli, il secondo della classe, per l'appunto, ha sviato i suoi "rigorosi" interventi su due questioni "veramente fondamentali di questo momento": l'Ambrogino d'oro a Enzo Biagi e la questione dei finanziamenti a Romain Zaleski, fatti dalle banche italiane. A dire il vero, in un altro strepitoso intervento ha declamato il "suo panegirico dell'aiuto alle classi più deboli" ecc.ecc., ma sorvolo sulla descrizione di questo intervento, per non frastornare ancora di più la mente dei lettori.
Per mancanza di tempo, rimando ad un altro momento la cronaca dei due interventi fatti da Rutelli su "questioni fondamentali di questo momento storico": Ambrogino d'Oro e Zaleski. Le riprenderò, contornandola con impressioni e appunti miei, tenendo ben presente che quella non era la sede appropriata per una loro discussione.

mercoledì, novembre 26, 2008

Avventure del primo della classe

(seguito dal precedente)
Qualcuno si chiederà: è bastato così poco per far meritare a Di Pietro il titolo di migliore della classe? No, c'è dell'altro.
La discussione era andata sugli aiuti alle banche e all'auto, che il governo intende adottare per rassicurare i depositanti con la garanzia statale per i loro risparmi, e far ripartire il commercio dando impulso al settore trainante dell'auto, attraverso aiuti e incentivi. Un discorso molto serio, pieno di implicazioni sul fronte occupazionale diretto e indotto. E, a proposito della manovra sull'auto, l'onorevole italvalorista, anzichè fare un discorso programmatico sensato, non ha saputo fare di meglio che uscirsene col classico luogo comune di chi non ha argomenti concreti: che paghino quelli che hanno guadagnato finora! - ha detto più o meno Di Pietro - non vogliamo privatizzare i guadagni e rendere pubbliche le perdite.
E tu, valli a individuare i piccoli azionisti Fiat, che hanno guadagnato con tali azioni! La stragrande maggioranza di loro - perchè è a quelli cui si riferisce Di Pietro: gli azionisti - ne sono usciti con le ossa rotte. Ci hanno rimesso quel che ci han rimesso. E per che cosa? E tutto ciò avviene da almeno quindici anni, a memoria mia. E questo è un fatto certo, che conosco a perfezione, essendo stato all'interno di quella categoria, fino a qualche tempo fa; e uscitone anch'io con le ossa rotte.
Poi, Di Pietro ha voluto cimentarsi sulla questione dei tassi che le banche applicano ai mutuatari. E anche qui ha fatto la sua "bella" figura, tirando fuori dal suo "cappello" le frasi roboanti contenenti i termini: tasso di sconto e tasso euribor. Ma qui, su tale questione, ha trovato pane per i suoi denti. Di fronte a lui, a tenerlo a bada, non c'era uno qualunque, ma niente meno che un big dell'alta finanza, l'ex onorevole Roberto Mazzotta, ora Presidente della Banca Popolare di Milano. E' stato solo grazie agli interventi di Giovanni Floris, che ogni tanto toglieva la parola un pò a tutti, se al "nostro Eroe" sono state risparmiate emerite figuracce a proposito di quel tema.
E questo è il cosiddetto primo della classe di questa serie di racconti.

(a seguire col secondo)

Il primo della classe

(seguito dal precedente)
Con i due sopraccitati, c'erano due politici di "razza", Antonio Di Pietro e Francesco Rutelli. Grazie ai loro interventi "altisonanti", hanno dato prova della loro eccellente preparazione in campo economico, politico e finanziario: il primo, molto più del secondo. Di Pietro, che, a detta di chi era presente anche l'altra volta, è stato molto più "affabile" del solito, nei confronti di Berlusconi, a domanda ha però ribadito che lui chiederà scusa al Premier, per le maldicenze dette su di lui nella precedente trasmissione, quando lo aveva accusato di essere un Hitler, quando il governo ritirerà la Legge Alfano. Insomma, a dar retta a Di Pietro, dovremmo ridiscutere fino alle calende greche sulla liceità o meno della suddetta legge. Ma il suo colpo di genio è venuto quando ha detto che sta raccogliendo le firme per il referendum contro i rimborsi elettorali ai partiti. Ma s'è guardato bene dal dare prova di volontà, rispondendo "cucù" a Mario Giordano, quando questi gli ha chiesto di restituire allo stato i cinque milioni di euro che ha percepito per l'ultima tornata elettorale. A questo punto, ritengo non si sogni nemmeno di restituire i 42 miliardi di lire incassate per le precedenti campagne. Cucù su tutti i fronti, insomma, alla faccia della coerenza politica. Si è poi vantato dei 16 miliardi di euro che ha bloccato quando è stato ministro Per le Infrastrutture; salvo poi essere magari anche lui tra quelli che si sono lagnati perchè in Italia negli ultimi cinque anni sono state aperte poche decine di chilometri di autostrade, al contrario della Francia, che ne ha aperti molto di più, ma soprattutto della Spagna che ne ha inaugurati oltre 2000. Nel corso del programma, ha dato poi tangibili altre "prove" di essere un grande politico. Per esempio, quando ha citato che il prezzo del grano (essendo lui un coltivatore nel tempo libero) è sceso (a suo dire, e se non vado errato) da 50 euro la tonnellata, a 22 euro, ma che il prezzo del pane non è calato neanche un pò. Discorso da grande economista: non c'è che dire!
Intanto c'era Mario Giordano, direttore del Giornale, che lo rintuzzava continuamente, e lui a rispondere sempre in maniera sorniona.

Comunque, anch'io, come Mario Giordano, plaudo al nuovo corso di Ballarò. L'ho trovato molto più attendibile, più aderente alla realtà e, oserei dire, quasi del tutto imparziale.
Se continuerà su questa falsariga, Ballarò diventerà un programma cui dedicherò le mie due ore del martedì sera.

A seguire, con il secondo della classe, poichè Di Pietro è indubbiamente il primo.

I primi della classe

Ieri sera, mi aggiravo nei dintorni di Ballarò, per scoprire chi fossero gli ospiti. Rinuncio sempre alla satira di Crozza, perchè, con la sua "comicità sorniona", crede d'aver a che fare con tutti cretini; e siccome non mi voglio sobbarcare l'onere di "filtrare" le sue battute, a metà tra il serio e il faceto, e quasi tutte orientate dalla "sua parte", cerco di evitarlo in tutti i modi. E così, al termine della sua "prosopopeata politica" ho scoperto quali erano gli invitati: tra di loro, Cesare Romiti e Roberto Mazzotta. Ho capito che sarebbe valsa la pena di soffermarmi.
Romiti è stato un mio "dipendente", ai tempi in cui ero stato un "piccolissimo azionista" Fiat (ricordo ancora la sua buonuscita da 150 miliardi di lire, se non vado errato, quando lasciò l'incarico di amministratore delegato, per limiti d'età). Mazzotta è stato un mio eletto, quando ho indicato la preferenza per lui, mandandolo a sedere nel parlamento italiano. E qui devo ricordare un episodio, legato alle nostre vite parallele.
Facevo il produttore per la Cartiera S., e un giorno il Conte S. convocò tutti i dipendenti amministrativi e tutti i venditori Nord Italia, compresi i Capi Deposito, per un dato pomeriggio, nell'ampio salone che fungeva da anticamera agli uffici vendite. All'ora X vi fece ingresso il suddetto Mazzotta, accompagnato dal Conte S. e dai sui fratelli, i N.H. E. e M., che ce lo presentarono come fosse una "santità".
Il personaggio, credo fosse alle prime armi, in veste di politico; era ancora sconosciuto ai più, tranne alla nostra direttrice vendite, "supercattolicissima", la non più giovane signora T., persona di riguardo e di fiducia del Conte B., che già conosceva ed "adorava" quel candidato.
I più lo apprezzarono molto. Io, che all'epoca, poco più che ventenne (eravamo nella seconda parte degli anni '70), avevo tutt'altro per la testa, che non la politica, sorvolai alquanto su quell'avvenimento. Oggi, invece, mi riaffiora alla mente come uno di quegli eventi che deve aver inciso sul corso della mia vita. Fatto stà che, anche per merito della missione suasiva della sua ammiratrice, la suddetta signora T., a quel candidato politico andò la mia preferenza. Nel sentirlo parlare ieri sera a Ballarò (ma già altre volte ho avuto modo di ascoltare i suoi interventi in quella trasmissione. Solo i suoi), ho capito che il mio voto non era risultato vano.
(segue)

A proposito, il titolo non è riferito a Romiti e Mazzotta, ma a quelli che descriverò nel seguito. Ora sospendo per sopraggiunti altri impegni.

venerdì, novembre 21, 2008

Una valanga di Bamba

Il Premio Bamba di stasera è utile per capire il detto: o c'è, o ci fà.
E' dal fatidico agosto 2007 che si è incominciato a parlare di crisi, da quando cioè è scoppiato sotto gli occhi di tutti il caso dei mutui subprime, e dei danni che avrebbe provocato (gli avveduti se n'erano accorti anche da prima). Eppure, c'è stato un personaggio di rilievo che non se n'era ancora accorto fino all'altro giorno. Il che, a me era sembrato strano, tanto che più volte mi ero chiesto: ma questo, c'è o ci fà? Trovava tutti i più futili motivi, pur di mettersi in mostra contro il governo. Cercava ogni possibile e a volte stupido appiglio, pur di mostrarsi a capo di rivolte contro Berlusconi; e così ha fomentato e si è messo in testa a proteste e scioperi, come quelli di Alitalia e della scuola. E' arrivato perfino alla rottura con CISL e UIL, pur di apparire nella propria linea di duro, intransigente, ma illogico bastian contrario. E io a ripetermi: "ma questo, con questa crisi, c'è proprio, oppure ci fà!" Poi, finalmente, qualche giorno fa deve aver ricevuto l'illuminazione, ed ha riconosciuto che, da ricerche che sta facendo, è emerso che siamo nel mezzo di una bufera, di una crisi senza precedenti. La frase precisa è stata letta su Libero, da Vittorio Feltri, durante la consueta "cerimonia" per l'assegnazione del Bamba settimanale. Ma la frase che gli ha fatto meritare il Premio Bamba, a lui, Guglielmo Epifani, è stata: "La crisi arriverà in Italia come una valanga!" E una valanga di Bamba sono quelli che meriterebbe lui, proprio lui che s'è accorto, con molto ritardo, di una grande crisi iniziata più di un anno fa!
23/11. Dal blog di Eleonora: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=308219

Dizionario della Crisi

Prima di pubblicare il mio prossimo post sul "chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto", con riferimento al pessimo andamento delle borse mondiali, ritengo sia di utilità generale la divulgazione di questo Dizionario di terminologia economico finanziaria. E' mio dovere ricordare che lo stesso è stato desunto dal Dizionario della Crisi, pubblicato oggi sul sito dei clienti di Fineco Bank. Si ringraziano pertano la stessa Fineco Bank, per il numeroso materiale tecnico informativo messo costantemente a disposizione della propria clientela, e Websim proprietaria dell'articolo in questione, come pure è titolare di gran parte degli articoli pubblicati da Fineco Bank per i propri clienti.

Si ha recessione quando: il Prodotto interno lordo (PIL) reale risulta in calo per almeno due trimestri consecutivi. Sintomi delle fasi di recessione possono essere la diminuzione della produzione, la crescita della disoccupazione, la diminuzione del tasso di interesse in seguito alla riduzione della domanda di credito da parte delle imprese, il rallentamento dell' inflazione causato dalla diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori.
Proprio nei giorni scorsi l'Istat ha comunicato che l'economia italiana è entrata in recessione in quanto per il secondo trimestre consecutivo il Pil è risultato in calo rispetto al trimestre precedente.
Si ha deflazione quando: si evidenzia nell'economia di un Paese una tendenza al calo dei prezzi. Può essere "buona", quando la diminuzione dei prezzi è dovuta ad abbondanza di offerta: progressi tecnologici o maggiore concorrenza. Basti pensare alle riduzioni dei prezzi dei pc o agli effetti della liberalizzazione delle telecomunicazioni. Oppure può essere "cattiva", quando è dovuta a contrazione della domanda. E' la situazione peggiore, perché il calo dei prezzi crea la tendenza nei consumatori a rinviare gli acquisti, con conseguente calo dei consumi, contrazione della domanda, degli investimenti e del Pil (nota mia: una situazione del genere è stata vissuta dagli italiani nei primi anni '70). Il Giappone ha sperimentato negli Anni '90 la deflazione e la Banca centrale ha reagito portando i tassi di interesse vicini allo zero.
Si ha disinflazione quando: si verifica un calo dell'inflazione, cioè un rallentamento nella dinamica di crescita dei prezzi.
Si ha depressione quando: si entra in una fase in cui l'economia di un Paese industriale è caratterizzata da bassi livelli di produzione e vendite, insieme a un elevato tasso di fallimenti di aziende e di disoccupazione. La depressione è identificata con il punto più basso del ciclo economico. Sono state svolte molte ricerche sulle cause delle depressioni; le più moderne teorie economiche la considerano il risultato di una violenta caduta della domanda, associata a una riduzione di investimenti e salari, riduzione che a sua volta deprime i consumi. La più grave depressione mai verificatasi fu la cosiddetta Grande Depressione, iniziata nel 1929 con il crollo di Wall Street, che di fatto durò fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.

nota: si invitano Websim e Fineco Bank di segnalarmi l'eventuale non gradimento per la presente pubblicazione; nel qual caso provvederò prontamente alla cancellazione.

martedì, novembre 18, 2008

De profundis del sogno americano

...Poi, quel giovedì del crollo della Borsa. Il Wall Street Journal esorta: "State calmi! Occorre riflettere serenamente. Date retta ai più grandi finanzieri d'America", ma nessuno compera e tutti cercano di alleggerirsi. La commessa Anne Pearson si impicca. Il boss della Richers Gas and Electric si asfissia. Il banchiere Riordan si spara una rivoltellata in bocca.Un commerciante riempie una vasca da bagno di benzina, ci salta dentro, e dà fuoco. Poco dopo, gli ex milionari vendono mele sui marciapiedi della Fifth Avenue.
Comincia la Great Depression e una triste canzone echeggia ovunque: "Mi dicevano che costruivo un sogno, / e così ho seguito la folla. / Quando bisognava lavorare la terra e imbracciare il fucile / io là, solo là, a giocare alla tombola".
............
...(8 novembre 1932), gli Stati Uniti sono devastati dalla crisi. Meno investimenti, e meno denaro da spendere. Le fabbriche chiudono, gli operai perdono il lavoro, e non potendo comprare, contribuiscono a diminuire la domanda. Gli agricoltori non hanno più acquirenti per i loro prodotti. E' la depressione, e i negri si considerano i più sfortunati: i primi a essere buttati fuori, gli ultimi assunti. I disoccupati, che nel 1930 sono tre milioni, arrivano, tre anni dopo, anche a quindici. Trecentomila persone cercano rifugio in California, braccate dalla polizia e inseguite dai proprietari terrieri che temono quell'invasione.
"Le vie dell'Ovest e del Sud-Ovest" narra un cronista "brulicano di autostoppisti affamati. I fuochi degli accampamenti dei senzatetto si scorgono lungo tutta la linea ferroviaria. Ho visto uomini, donne e bambini in marcia sulle strade statali. Quasi tutti erano fittavoli che avevano perduto ogni cosa nell'ultima caduta dei prezzi del grano e del cotone. Il contadino è immiserito dalla indigenza della popolazione industriale, che poi soffre di quella del campagnolo. Nessuno dei due ha il denaro per comperare le cose fatte dagli altri; perciò abbiamo contemporaneamente sovrapproduzione e sottoconsumo".
E qui mi fermo, per non angustiare ulteriormente il lettore. Questa è la descrizione dell'America nei primi anni '30, fatta da Enzo Biagi, nel libro La mia America personaggi, protagonisti, grandezze, illusioni e tramonto di quello che fu "Il sogno americano" - Edizioni Rizzoli, maggio 2003.
A far piovere sul bagnato, è dei Tg di oggi la notizia del licenziamento di 52000 operai di una nota casa automobilistica americana. Forse, siamo prossimi all'inizio di una Grande Depressione, come quella che sconvolse l'America e in seguito il mondo intero a partire dal 1929. E le premesse, stando al racconto di Biagi di quegli anni, sembrano esserci tutte. E presto potrebbe riversarsi anche sull'Italia. Eppure, anzichè fare quadrato col governo, nel cercare possibili soluzioni che ne possano anticipare e mitigare i probabili effetti nefasti, c'è chi cincischia e fa perdere
tempo prezioso al governo con le proprie baggianate. Per questo, vi invito a leggere il post di Nessie: http://sauraplesio.blogspot.com/2008/11/zampognaro-di-lusso.html
e mi raccomando, leggete anche i commenti!

Primo allarme Europa
(aggiornamento ore 14 - 19/11/2008, dal sito clienti Fineco Bank)
FRANCOFORTE, 19 novembre (Reuters) - Il gruppo Basf annuncia un allarme profitti per il 2008, stimando un forte calo della domanda nelle industrie chiave. La società sottolinea che il livello degli utili dell'anno scorso non sarà raggiunto quest'anno e prevede di chiudere in via temporanea circa 80 fabbriche nel mondo, riducendo la produzione in 100 siti. Basf dice che è difficile stimare come sarà l'anno prossimo, l'azienda si sta preparando per tempi difficili. Circa 20.000 dipendenti saranno coinvolti dai tagli alla produzione. Alla Borsa di Francoforte il titolo perde circa il 10% a 22,91 euro.

lunedì, novembre 17, 2008

Forse siamo in troppi

Non c'è peggior cieco, di chi non vuol vedere.

La trasmissione Report, di ieri sera, ha messo in luce la discrepanza esistente tra quanti affermano che la terra può sfamare altri miliardi di persone in più, e quanti invece, al contrario, sostengono che siamo già in troppi. A dire che il pianeta può sfamare fino a 36 miliardi di abitanti è stato un esponente di spicco internazionale, durante una trasmissione di "A Tua Immagine", di qualche settimana fa (salvo però sollevare dubbi sul come si sarebbero potuti smaltire i maggiori rifiuti prodotti: il vero problema). E così, per mezzo di affermazioni come quella, e i vari argomenti sull'allungamento della vita, non controbilanciate da un maggior numero di nascite di italiani, giustificano l'arrivo massiccio degli stranieri clandestini, unito all'incapacità o impossibilità di bloccarne il flusso incontrollato.
Eppure, Report ha fatto chiaramente intendere, a chi ha occhi per vedere, che potremmo essere sull'orlo di una "dèbacle" mondiale. La caccia dissennata al pesce spada, nei mari del mondo, e qui in Italia fatta anche con mezzi illeciti, "molto proibiti" dalla legge (le reti a maglia larga di dimensioni kilometriche), sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza di questa specie, oltre che ad altre specie cetacee, di grossa dimensione (catturate in quelle reti), che sono in assoluta via di estinzione. Nei mari del Nord, e in alcuni mari della costa africana, se ne pescano meno, o non se ne pescano più, costringendo barconi pescherecci, e relativa flotta, a soste inoperose nei porti.
A conclusione di programma, si son rivisti, ammesso che fossero spariti del tutto, cumuli di immondizie nelle strade periferiche di Napoli. A quanto si è appreso, il problema esiste tuttora, e in quelle zone, forse, non era mai scomparso del tutto.
Nell'un caso e nell'altro - quello della pesca dissennata e quello delle immondizie di Napoli - necessiterebbero, ciò che si va propugnando, maggiori e più rigorosi controlli, e quindi costi che diventerebbero insostenibili.

Forse è il caso di ammettere, e quindi asserire, che probabilmente siamo in troppi, sulla faccia della terra.

sabato, novembre 15, 2008

Premio Bamba a sorpresa

Nota di prefazione: dall'articolo in calce, ripubblicato da Eleonora nel suo blog, ho scoperto che a Firenze il Bamba viene chiamato Grullo.

Sono due i Bamba che si sarebbero dovuti assegnare ieri, ma il rigido regolamento non lo consente, e così si è dovuti ricorrere all'espediente del Pre-Bamba, che è stato unanimemente assegnato a Carla Bruni, per "premiarla" delle dichiarazioni fatte in merito alla propria cittadinanza. Per l'occasione, è utile rifarsi ad un articolo di Lontana http://ilcamper.splinder.com/post/19001633/Le+First+Ladies , per capire i motivi che le hanno fatto meritare il Premio Pre-Bamba. Il vero Bamba è stato invece assegnato con tutt'altre motivazioni.

Quando si conducono certe battaglie, per essere convincenti bisogna unire consoni comportamenti di vita.
San Carlo Borromeo, il più grande Vescovo milanese, assieme a Sant'Ambrogio, pur dall'alto di enormi ricchezze personali - eredità della sua famiglia - aveva unito "Humilitas" e Carità nella conduzione del suo splendido vicariato. Anche per questo era amato da tutta la popolazione della sua immensa diocesi.

Le ricchezze materiali di Beppe Grillo, non sono paragonabili minimamente a quelle dei Borromei, ciò non di meno, un pizzico di umiltà sarebbe in lui auspicabile, e renderebbe più credibili le sue "battaglie". E'stata invece proprio la presunzione, e mancanza di umiltà, a fargli meritare il secondo Premio Bamba, da che ne redigo la classifica mia personale.
Quanti di quei bloggers, che ambiscono ad essere molto consultati, avranno provato invidia nei confronti del principe dei bloggers, Beppe Grillo: primo blog italiano per numero di visite giornaliere, forse unico blog italiano menzionato nella classifica mondiale dei più cliccati. Ed è stato questo primato che ha fatto dimenticare l'umiltà al suo titolare. Egli credeva che, per il semplice fatto di essere il più grande bloggers italiano, di poter ingaggiare battaglie credendo di essere affiancato da schiere dei suoi "affezionati". E, in tale illusione, ha inanellato una serie di tonfi clamorosi.
Il primo, che ancora gli brucerà, è quello relativo alle elezioni parlamentari della scorsa primavera, quando, presentatosi con una propria lista (quella del Vaffa), non ha ottenuto neanche un seggio. Il secondo tonfo è di alcuni giorni fa, quando, volendosi immischiare nelle proteste universitarie per la scuola, ne è stato invece "gentilmente" respinto e allontanato. La terza, e più clamorosa, è stata la non ammissione dei referendum da lui promossi, per insufficienza di firme valide raccolte.
Ma come?
Lui che credeva d'avere la nazione in pugno, essendo il bloggers più cliccato d'Italia. Lui che credeva d'avere folle straripanti al suo seguito, dopo i "grandi" successi delle giornate del Vaffa-day, ha raccolto un numero striminzito di firme valide, tanto da essere "cassato" dalla Corte di Cassazione, che ha dichiarato l'inammissibilità dei suoi referendum.
Non poteva così che meritarsi uno strepitoso e grandioso Premio Bamba, unito, per l'occasione, ad un terzo Vaffa alquanto clamoroso.

Come settimana scorsa, una menzione speciale va fatta al programma subito seguito al Pensieri & Bamba: Club delle Prime donne.
Le ospiti di eri sera: Sara Ventura, la più bella sorella di Simona, Francesca Fogar, figlia dell'indimenticato Ambrogio, Susanna Messaggio, e Laura Ravetto, deputata per il Popolo delle Libertà, cuneese, come la conduttrice occasionale Daniela Santanchè. Argomento della serata è stata la Meritocrazia. Il format è piacevole, e il programma avrà sicuramente successo.

Citazione perfetta: http://eleonoraemme.splinder.com/post/19059346/Grillini

mercoledì, novembre 12, 2008

Le "fanfare" dei commentatori/analisti

A proposito di Pirelli Real Estate - la società immobiliare del Gruppo Pirelli - dal finale di questo report, di giovedì scorso, 6 novembre, vi accorgerete dell'inaffidabilità di certi analisti e commentatori di borsa.

Solamente un anno e mezzo fa, le azioni Pirelli Re venivano valutate fino a 58 euro, dalla stessa categoria di personaggi che ora la declassano a rango di quasi titolo pattumiera. Ora le valutano 3,7 euro. D'accordo, c'è stata di mezzo la crisi dei mutui subprime, col conseguente sconquasso delle borse mondiali. Ma da lì, ad arrivare a valutare lo stesso titolo il 93,6 percento in meno, ce ne corre; anche perchè il titolo Pirelli Real Estate, non era e non è considerato un titolo colabrodo; era considerato un titolo di valore. Il fatto dimostra allora scarsa affidabilità o mancanza di preparazione professionale di certi analisti, giornalisti o commentatori.

"Il portafoglio immobiliare di Pirelli R.E. vale qualcosa come 4,6 miliardi di euro, se a questa cifra applico uno sconto del 20% legata all'effettivo prezzo che a mio parere il gruppo potrebbe spuntare in caso di vendita, arriveremmo a 3,7 miliardi. Tolti i debiti e aggiunto il valore delle altre attività, risulta che il valore del titolo è pari a 3,7 euro", spiega un analista. Pirelli R.E. oggi quota il 45% in più.

Dov'era un anno e mezzo fa, questo analista anonimo? Non le potevano fare anche prima - quando dicevano che il titolo valeva 58 euro - questo genere di valutazioni precise e puntualizzate? Questo stà a dimostrare la loro scarsa affidabilità: alla larga!

Nota: la parte corsiva è tratta da un articolo pubblicato sul sito dei clienti di Fineco Bank.

martedì, novembre 11, 2008

Una risposta a Nessie

Risposta di Marshall al commento di Nessie al post "Ha ragione Capezzone"
Nessie,
nessuno sottolinea il fatto che l'affare più grosso, portato a casa da Berlusconi, è l'amicizia con i Russi. Se, con l'avanzare della desertificazione (argomento tanto caro ai "finti" verdi e "finti" democratici), l'Italia dovesse diventare sempre più inospitale, mentre la Siberia dovesse diventare sempre più ospitale, ritengo che il coltivare l'amicizia con i Russi sia il miglior "investimento" possibile per il nostro futuro!!! A parte, poi, le immense riserve energetiche di cui dispongono!!! Ma i nostri (non tutti, per fortuna) impareggiabili giornalisti da stra....o mi sembrano tutti una massa di c.......i. Quell'altro, poi,...lo metterei anche lui nel club degli imbecilli. Sarebbe senzaltro in buona compagnia.

Come vedi, faccio meglio a dedicare il mio tempo in letture più gratificanti (per esempio, come quella che tu sai) che non per tutti quegli articoli senza capo nè coda (imbrattatori di carta), e i migliori articoli (migliori di quelli giornalistici, o comunque ben selezionati) me li vado a cercare in blog scelti, come il tuo, quello di Eleonora e quello di Sarcastycon.

domenica, novembre 09, 2008

La doppia ragione di Capezzone

C'è una sorta di riverenza, di vassallaggio in quasi tutti i mass media nei confronti della sinistra. E' bastato che Berlusconi mettesse in quella frase di complimento, abbronzato, in stile goliardico, come credo sia nelle sue abitudini, quando è lontano e alleggerito dal peso di alcuni scadenti giornalisti italiani, perchè si scatenasse quel putiferio intorno a lui. Nessuno di quegli scarsi giornalisti, molto politicizzati, e tanto attenti ai punti e alle virgole delle frasi di Berlusconi, ha scritto alcunchè sulla parola nero, pronunciata da Veltroni, nel suo discorso per l'elezione di Barack Obama (dal blog di Eleonora, vedi: http://sulterrorismo.splinder.com/post/18984288/Su+Obama%2C+super-gaffe+di+Veltr )
Riprove evidenti del servilismo di quei mass media - contribuendo così all'abbassamento della media qualitativa della categoria -, nei confronti della sinistra, si possono riscontrare anche nella satira televisiva, che è lasciata scorrazzare liberamente contro la destra e contro Berlusconi, mentre, quando viene presa di mira la sinistra, viene fatto in maniera soft, quasi riverenziale. E di tale libertà di scorrazzamento ne ha dato una prova il TvTalk di ieri mattina, quando ha trasmesso uno spezzone del programma satirico della Guzzanti.

Il tema della satira televisiva è stato anche trattato nel programma Club Prime donne, andato in onda venerdì sera, al termine di Pensieri & Bamba, su Odeon Tv, condotto eccezionalmente da Elisabetta Gardini. Erano ospiti Silvia Motta, autrice televisiva, volto assai noto di TvTalk, Rossella Minotti, giornalista de Il Giorno, Luana Colussi, conduttrice televisiva assai nota.
Nel badalume della televisione serale italiana, ho trovato tale programma, Club Prime donne, ben impostato e assai interessante; non fosse altro per le presenze di Elisabetta Gardini, e Silvia Motta, che hanno ravvivato il programma, tenendomene incollato.

sabato, novembre 08, 2008

Il Premio Bamba a Franco Giordano

"Al mondo ci sono tanti imbecilli".
Mi sembra di interpretare il pensiero di Berlusconi, che gli sarà venuto nell'apprendere della carta sprecata e dei fiumi d'inchiostro sparsi, per le maliziosità e stupidaggini scritte a proposito di quella sua frase complimentosa pronunciata su Barack Obama.

Sull'elezione di Barack Obama, e sul risvolto di tale vicenda, è stata principalmente incentrata la trasmissione Pensieri & Bamba di ieri sera. Certamente, come ha detto Feltri, Berlusconi, sapendo che gli sono tutti col fiato addosso, se la poteva risparmiare quella frase, ma da lì a ricamarci sopra tutte quelle fantasticherie e congetture, ce ne passa!

E proprio il Bamba ha avuto come epicentro l'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Fra tutte le dichiarazioni pervenute per tale evento, una spicca per eccesso di falsità e ipocrisia: quella di Franco Giordano, al quale è stato assegnato il Premio Bamba. Pensate che nella sua dichiarazione si è dichiarato felice ed "emozionato" per l'elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti D'America. Lui, proprio lui che fino a "ieri", in qualità di dirigente segretario del Partito di Rifondazione Comunista, essendosi sempre dichiarato nemico, o contro gli Stati Uniti, ora si dichiara felice ed emozionato per un evento straordinario che riguarda tale popolo. Lui che con il suo partito hanno organizzato marce di protesta contro gli americani, e che hanno bruciato le loro bandiere per le vie, per le piazze di Roma e di varie parti d'Italia (per non dire di quello che hanno inscenato contro la base americana di Vicenza). E poi...ecc.ecc.ecc.
Lui, proprio lui ora si dichiara "felice ed emozionato".
Ah, ma non c'è proprio limite alla falsità e ipocrisia che si annida nell'animo di certa gente!! Che verrà fuori ancora, e doppiamente, appena Barack Obama si appresterà a chiedere il sostegno dell'Italia, per l'Afghanistan. Ma chissà cosa ne pensano ora i seguaci di Franco Giordano, in merito a questa affermazione fasulla del proprio leader? Come minimo dovrebbero starnese rintanati 50 giorni in casa propria, come fecero gli Apostoli al Cenacolo.

giovedì, novembre 06, 2008

Ha ragione Capezzone


"Giovane, bello e abbronzato"

E per questa frase complimentosa, pronunciata da Berlusconi, nei riguardi del neo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è scatenato un putiferio internazionale contro il nostro premier. E i leader della nostra opposizione, subito a ricamarci sopra i commenti più fantasiosi. Come quello di Dario Franceschini che ha addossato enorme gravità a questa frase. Al che Capezzone ha ribattuto che questi (della nostra sinistra) non sanno più a cosa attaccarsi. E questa è anche la mia opinione.
E Franceschini vorrebbe essere un leader?
Ha così da farne di strada!

Ai governanti del mondo

Dopo l'euforia iniziale, per l'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, le borse di tutto il mondo hanno ripreso a scendere. Quella americana ha lasciato sul terreno il 5 percento ieri, e oggi si appresta a chiudere ancora in negativo. Idem per le altre borse, compresa l'Italia.
Non vorrei che, elettrizzate dall'elezione del nuovo presidente americano, le borse mondiali, in primis la loro, si fossero illuse che il peggio sarebbe andato alle spalle. I problemi nel mondo sono tanti, e Italia e America ne hanno più di tutte le altre nazioni. Anzitutto, il debito pubblico. E il fatto che le borse continuino a scendere, dopo l'ondata effimera di euforia, è sintomatico del fatto che, nel mondo, sempre meno gente è disposta a restare invischiata nelle borse. Quando un piccolo risparmiatore, dopo anni di detenzione di titoli azionari, è lì solo a contar le perdite, vuol dire che ne è rimasto invischiato, e suppongo gli venga spontaneo chiedersi: "ma chi me l'ha fatto fare?".

Se poi aggiungiamo il fatto che ha solo 5 anni di tempo, per recuperare le perdite consolidate, la panoramica della situazione è tragicamente completa.

I governanti di tutto il mondo, quella parte del mondo dove esiste la tassazione sui guadagni di borsa, e dove è dato tempo di recuperare le perdite entro 5 anni, dovranno rendersi conto, e prendere atto, che per rilanciare le borse dovranno come minimo eliminare il tempo entro cui è possibile recuperare le minusvalenze, e renderlo a tempo indefinito. Altrimenti le borse continueranno a languire e vivacchiare, perchè le nuove generazioni se ne staranno ben alla larga da essa. E, così facendo, il progresso verrà rallentato.

martedì, novembre 04, 2008

La Festa del 4 Novembre

Ci mancava anche la frase contenuta nella Canzone del Piave: "non passa lo straniero", per dare occasione ad un gruppo di maestre venete - ovviamente di sinistra - di non far partecipare i propri alunni alla festa per la ricorrenza del 4 Novembre. Secondo loro, quella frase sarebbe diseducativa, razzista e....bla bla, bla bla.
Non sto qui a perdere tempo nell'esprimermi su questo argomento, tanto, i giornali hanno riempito pagine intere (contribuendo così all'effetto serra, per l'inutile consumo di carta), e le radio televisioni vi hanno dedicato ore di programma (contribuendo così all'emissione inutile e supplementare di CO2).
Non ho abbastanza parole per esprimere quanto siano impreparate, incolte e indegne del mestiere di maestra, codeste insegnanti.
Mio nonno è stato Cavaliere di Vittorio Veneto, e mi chiedo: ma chi glielo ha fatto fare, di combattere per la parte così becera di questa Italia???!!!
Poi, c'è anche chi spesso mi chiede perchè sia così apertamente anticomunista!
Se fossi Gelmini, manderei quelle maestre a coltivar la terra!


 

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